VIAGGI & CULTURA

Un intero palazzo dedicato all’arte. Quattro piani di 250 metri quadrati ciascuno con le luci e le suggestioni giuste, nel cuore di Venezia. Quel che si dice la cornice ideale, sognata da qualsiasi artista. Non siamo in un museo però. Ma in una galleria privata. Che ha aperto i battenti ieri, a pochi giorni dall’inaugurazione della Biennale. E che ha la particolarità del suo gallerista, Stefano Contini. Uno cresciuto a pane e dipinti. Che dice di sè: «Chiunque voglia comprarsi un Botero, un Plessi, un Fiore, un Ghinato, un Soccol o un Veneziano (e altri ancora) deve passare da me». Precisa scherzoso, lasciando trapelare una leggera inflessione toscana: «Sono il canale ufficiale, un po’come il Vaticano lo è per le ostie».
Eccoci a Venezia. Qui Contini ha già una galleria in Campo Santo Stefano (più altre due a Cortina d’Ampezzo). Il palazzo si chiama Pestrin è in calle Larga XXII Marzo, «eravamo qui da un anno e mezzo, occupavamo solo un piano: ora siamo saliti».
Lo stabile, anni ’60, spicca in mezzo all’architettura veneziana, è alto ed essenziale. L’allestimento è stato curato dallo stesso Contini: «Grazie a una video-installazione di Fabrizio Plessi l’intero edificio è un’opera d’arte permanente». Dalla facciata e dalle finestre sgorgano cascate d’acqua virtuali. E il camminamento del quarto piano dà al visitatore la sensazione di procedere sull’acqua. «Sono installazioni permanenti che resteranno sempre in galleria» annuncia Contini. La prima mostra, inaugurata ieri (durerà fino al 28 novembre) è «Omaggio agli artisti», ossia quelli che da sempre valorizzano e caratterizzano la galleria, quelli di cui Contini è il rappresentante ufficiale. Spazio dunque alle espressioni gioiose del colombiano Fernando Botero o alle allegorie del cubano Julio Larraz. Attenzione alle sculture del polacco Igor Mitoraj, sapiente unione di valori classici e suggestioni moderne, allo stile eclettico della greca Sophia Vari o alle produzioni del veneziano Fabrizio Plessi: con lui il video diventa il mezzo ideale per riprodurre elementi primordiali come acqua e fuoco.
I visitatori potranno ammirare anche le opere di alcuni artisti del ’900 che hanno lavorato con la galleria Contini come i limpidi paesaggi maremmani di Giuseppe Cesetti, il percorso di Virgilio Guidi, gli autoritratti e i paesaggi di Anton Zoran Music. Infine gli emergenti, da Mario Arlati al milanese Enzo Fiore che realizza opere con materiali naturali, terra, radici, pietre, resine e insetti. Dalle tele del veneziano Giovanni Soccol, felice sintesi di realtà, sogno e ricordo, ai dettagli di Enrico Ghinato.
«Sono un mercante sui generis - ammette Contini. Non ho mai seguito l’onda del mercato, mi appassiono di qualche artista e mi piace promuoverlo. Con ognuno si crea un rapporto privilegiato e di complicità: condivido le stesse loro emozioni, soffro e gioisco insieme a loro». Stefano Contini si sente fortunato, «faccio un mestiere che mi appassiona sotto tutti gli aspetti. Ero un dirigente della Rizzoli che a un certo punto della vita ha sentito che era arrivato il momento di cambiare per seguire la sua passione. Ed eccomi». Contini rivela di essere stato sensibile alle vibrazioni dell’arte fin da piccolo. «Da bambino ritagliavo qualsiasi immagine avesse a che fare con sculture o dipinti, le prendevo dai calendari, dai giornali e mi facevo dei piccoli quadretti. Questo seme che avevo dentro a poco a poco è sbocciato. Non avevo ancora 30 anni, ero già papà del mio primogenito quando ho deciso di vendere il mio appartamento per comprare i quadri di Zoran Music. Mi davano del pazzo (anche perchè avrei dovuto pagarmi l’affitto) era un momento in cui le case si vendevano e i quadri no. Ma il tempo mi ha dato ragione...». Contini ringrazia questo ambiente perchè gli ha fatto conoscere la sua seconda moglie: «Era entrata per acquistare un quadro (è architetto e appassionata d’arte) e invece di comprar la tela si è presa me».


Ieri alla galleria di campo Santo Stefano si è inaugurata anche la personale di Giuseppe Veneziano. Fino al 27 novembre sono esposte le opere di questo scanzonato autore (suoi il ritratto della Fallaci decapitata e la copertina di Flash Art con Bin Laden e Cattelan) filologo d’arte antica e appassionato di fumetti.

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