Viaggiare è bello ma le insidie sono in agguato

di Luigi Cucchi

Un'epidemia in corso in Guinea genera qualche timore per il diffondersi anche in Europa del virus di Ebola. In circa 40 anni dalla sua scoperta, epidemie circoscritte a piccoli focolai in Africa centrale hanno colpito, complessivamente, un migliaio di persone. Ora il virus ha iniziato a diffondersi anche in grandi e popolose metropoli, come la capitale della Guinea e altre città di Sierra Leone, Liberia, Senegal, mettendo a rischio milioni di persone. Il codice rosso è scattato negli aeroporti europei di Parigi, Bruxelles, Madrid, Francoforte e Lisbona, principali scali dei voli provenienti dall'Africa. Il virus Ebola si contrae attraverso il contatto diretto con persone e animali infetti e tramite sangue, urine, latte materno. Non si conosce ancora con certezza il serbatoio animale, ma sembra che il pipistrello sia il più probabile. Dopo un periodo d'incubazione, dai 2 ai 21 giorni, il virus causa una febbre violenta, mal di testa, dolori muscolari, congiuntivite e fiacchezza generale, sintomi che molto spesso fanno pensare alla malaria e fanno iniziare il trattamento col chinino. In un secondo momento, il paziente ha vomito, diarrea e talvolta rash cutaneo. Il virus si diffonde nel sangue causando problemi di coagulazione ed emorragie gravissime. Familiari e operatori sanitari che curano i pazienti sono a elevato rischio di contrarre l'infezione.
Viaggiare all'estero, soprattutto in alcuni Paesi, può comportare il rischio di contrarre molte malattie infettive non presenti in Italia, come febbre gialla, malaria, dengue, diarrea del viaggiatore. Il rischio di infezioni dipende dal tipo di viaggio, dall'itinerario e dai comportamenti degli stessi viaggiatori, in particolare rispetto all'igiene. Alcune malattie possono essere prevenute mediante vaccini, ma per alcune infezioni, tra cui anche le più importanti e pericolose, non esistono vaccinazioni efficaci. Ogni anno nel mondo sono 500 milioni i casi di malaria, con oltre 1 milione di morti. Il 40% della popolazione mondiale è minacciato dalla malattia mentre sono circa 20-30 mila i viaggiatori europei ed americani che ne vengono colpiti. Sono invece 50 milioni le persone che contraggono la dengue: si tratta solo di due esempi delle gravi patologie che piccoli insetti possono trasmettere all'uomo e, in particolare, a chi in viaggio non è abituato a seguire le giuste precauzioni.
La malaria si può prevenire assumendo specifici farmaci sotto il controllo del medico e adottando corretti comportamenti, usando zanzariere, repellenti cutanei e ambientali, e indumenti adatti.
La malattia più comune che colpisce il viaggiatore nei Paesi africani ed in quelli asiatici è la diarrea dovuta a infezioni e intossicazioni alimentari. In sostanza si ingerisce un alimento contaminato (dal solo batterio, dalla sola tossina o da entrambi) per scarsa igiene nella sua preparazione. Si tratta in genere di batteri comuni e relativamente innocui. I disturbi sono nausea, vomito, diarrea con o senza febbre; in genere compaiono bruscamente, durano da poche ore fino a 3-4 giorni e si risolvono spontaneamente. Per prevenire queste manifestazioni è opportuno non bere acqua dal rubinetto, ma in bottiglia chiusa, utilizzare bicchieri puliti (in casi estremi è consigliabile avere con sé un proprio bicchiere), mangiare solo alimenti ben cotti possibilmente non conservati a lungo.

Per aiutare chi è in partenza per i Paesi a rischio, il Centro diagnostico italiano ha attivato un servizio telefonico di consulenza medica gratuita in medicina dei viaggi, rivolto a tutti i viaggiatori e messo a disposizione del pubblico per l'ottavo anno consecutivo. È attivo sette giorni su sette, dalle 17 alle 21, sino all'1 ottobre (02 48317304).

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