Cultura e Spettacoli

Un viaggio a fumetti ai limiti estremi dell'impero post-sovietico

Colpi di stato, talebani, deserti e culti della personalità. Ecco tutto quello che può capitarvi a zonzo per gli "Stan", ovvero le repubbliche islamiche dimenticate

Nel gergo dei viaggiatori delle ex Repubbliche sovietiche - quelli di nazionalità italiana sono più di quelli che potreste immaginarvi - gli Stan indicano tutti quei territori, a Sud del colosso russo, che hanno visto relegare, a lungo, la loro storia islamica solo in quel suffisso: -stan. Giusto per fare un pedissequo elenco: Kazakistan, Uzbekistan, Tagikistan, Kirghizistan. E se qualcuno avesse lasciato fare l'Armata rossa probabilmente ne farebbero parte anche l'Afghanistan e persino il Pakistan. Anche sotto il dominio sovietico questi territori erano luoghi remoti, per molti versi dimenticati da Dio e dal comunismo, che se ne ricordava solo per mungere risorse. Oggi come oggi, sono posti ancora più remoti, sui quali il crollo seguito alla perestrojka a picchiato come una grande mazza. Sono Nazioni che quasi mai finiscono nei notiziari dei telegiornali, eppure sarebbero dotate di tutte le caratteristiche necessarie: violenze, dittature, povertà, crisi di confine, folclore e risorse economiche (sprecate). Semplicemente il loro essere alla periferia del mondo democratico e al centro di un sacco di oleodotti, le ha rese adattissime alle dittature e ai silenzi stampa. Così in molti non sapranno mai che il Turkmenistan sotto il governo di Saparmurat Niyazov ha provato episodi di culto della personalità che fanno sembrare Hitler e Stalin mediocri dilettanti - Nessuno dei due era rappresentato in una statua dorata rotante che segue l'andamento del sole. E altrettante "bellissime" storie potrebbero essere raccontate su altri Stan. In parte questo vuoto viene adesso colmato da Stan Trek(Becco Giallo pagg. 382 euro 17) strano libro a metà tra il saggio e la grapich novel scritto da Ted Rall, giornalista americano decisamente picchiatello che per anni ha scorrazzato in Asia centrale. Si tratta di una lettura che racconta in modo ameno le stramberie di un mondo post sovietico caratterizzato da squilibri, memorie del passato, corruzione, fiammate islamiche, soldi sporchi che arrivano da Occidente. Insomma non una lettura seria quanto piuttosto un assaggio di un mondo "altro" visto con gli occhi di un viaggiatore con un senso dell'ironia tutto yankee. Un libro che vale la pena avere in libreria se la galassia ex-Urss vi interessa. Con qualche avvertenza però.

Ted Rall guarda il mondo con gli occhi di un Liberal americano e con una forte critica verso la politica estera del suo Paese. È una critica scanzonata non va confusa con quelle più trite e ideologiche di casa nostra

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