Viaggio nei giardinetti Per i bambini non sono rose e fiori

Negli ultimi nove anni sono nati 360 nuovi spazi riservati ai piccoli ma c’è ancora molto da fare. Le mamme chiedono più giochi e più pulizia

Più panchine, più pulizia, più fontanelle e più servizi igienici. I giardinetti sotto casa dove far giocare i bambini, svolgono un ruolo importantissimo in una città come Milano dove, a detta di sociologi e urbanisti, ci sarebbe una «spaventosa necessità di punti di aggregazione». Ed è proprio andando tra le panchine ad ascoltare le mamme che è possibile verificare lo stato di soddisfazione dei milanesi.
Anzitutto bisogna dire che negli ultimi nove anni qualcosa in meglio è cambiato: è raro trovare scivoli scheggiati, suolo polveroso - il tartan ormai è diffuso quasi ovunque - o mancanza di recinzioni a protezione dei più piccoli dai pericoli della strada. Palazzo Marino ha creato 360 nuovi spazi a norma per i bambini e, perdonate l’accostamento, 150 aree attrezzate per cani dimostrando una crescente sensibilità. L’esempio forse più attuale è in piazza Piola. Al suo centro c’è un’ampia distesa verde oggi irraggiungibile perché mancano attraversamenti dedicati. Il primo passo verso la sua fruibilità sarà dato dalla sincronizzazione di un semaforo (quello sulla via Pacini) e dalla creazione di uno scivolo per portatori di handicap entro poche settimane. Eppure, a voler mettere sotto la lente i giardinetti, il microverde di Milano non è tutto rose e fiori.
Nell’eterna lotta su «spazi per bambini-spazi per cani» si distinguono i giardinetti di via Bronzino-Pinturicchio, una microarea dove i pochi metri quadrati di verde sono perennemente contesi tra possessori di animali e genitori che si affrontano in reciproche e astiose invasioni di campo. Anche in centro, nei giardini della Guastalla, si sta organizzando un comitato di mamme che giudicano insufficiente lo spazio-giochi dei bambini rispetto a quello concesso a Fido. In piazzale Susa è visibilmente ingiusta la spartizione del verde a vantaggio del migliore amico dell’uomo: all’interno della vasta area-cani ci sono 10 panchine, mentre al di fuori ce ne sono soltanto tre e nemmeno un’altalena. Altro problema, la pulizia. Emblematiche le condizioni del giardinetto di via Gattamelata, in zona Fiera, a ridosso del civico 35, ovvero di fianco alla scuola elementare Pietro Micca: di mattina le cartacce di gelati e merendine traboccano dai cestini dei rifiuti fino a riversarsi sul verde.
«Inconveniente superabile - dice una mamma - se si dotassero le aiuole di contenitori più capienti». Invece nel piccolo giardino di piazza S. Maria del Suffragio, in zona XXII Marzo, ci sono otto panchine e uno scivolo di legno scheggiato e lordo di piume i cui unici utenti sono i piccioni: a chi serve un’area in quelle condizioni? Problemi di igiene anche in centro. Dai Bastioni di Porta nuova si scende in via San Marco. Di fianco alla Conca dell’Incoronata, realizzata nel 1496 da Lodovico il Moro, c’è uno spazietto con tre panchine e uno scivolo. Nessun bambino e troppi gatti randagi testimoniano una folta presenza delle loro prede preferite: tutt’intorno non mancano cartacce, avanzi di cibo, deiezioni di ogni tipo.
Più giochi e più panchine è quanto auspicano bambini e mamme che frequentano a frotte i giardini di piazza Aspromonte. Ma la carenza di attrezzature per lo svago dei più piccoli è clamorosa al Parco Lombardini di via D’Adda: un’area verde davvero estesa dotata di un solo scivolo è una cosa che la gente stenta a comprendere. Per fortuna tra le aiuole di via Cascina Bianca, periferia sud-ovest, dopo quattro anni di proteste da parte dei residenti verrà attrezzato entro il 2007 un parco-giochi per i più piccoli. Zona Magenta: un gruppo di ragazzi dediti al basket nell’impianto di via Dezza segnala che accanto al campo di gioco c’è una fontanella fuori uso da tempo immemore: «Da quando veniamo qui a giocare - dicono in coro - non l’abbiamo mai vista funzionare».
Problemi aperti anche in zona Musocco. All’incrocio delle vie Cefalonia e Pareto c’è un giardinetto poco curato dotato di sette panchine e di un castello in legno con corde e quadro svedese: «Sempre meglio di niente - dice un nonno del popoloso quartiere - però un paio di altalene non guasterebbero certo il panorama».

Invece, a guastare il panorama nel bel parco Formentano di Largo Marinai d’Italia, ci pensano un castello e una balena gonfiabili montati all’interno dell’unico spazio-giochi: un mini luna-park gestito da privati. Qui i bambini che vogliono giocare una mezz’oretta nel verde devono chiedere a mammà tre euro e 50 per entrare (sette euro per l’intero pomeriggio).

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