Viaggio nel regno dei Tulliani: alloggi e villa nella periferia chic

Nel quartiere romano di Val Cannuta la famiglia possiede sei immobili e sei garage. Che oggi costano come in centro

Viaggio nel regno dei Tulliani: alloggi e villa nella periferia chic

Jacopo Granzotto e Stefano Vladovich

Roma Senza navigatore Val Cannuta è una trappola. Benvenuti a «Tullianitown», oasi vagamente urbana che costeggia via di Boccea tra vialoni senza uscita e palazzi fotocopia. Una volta ci si veniva per pomiciare in macchina e per rubare la cicoria al contadino. Ora, grazie ai nuovi re del mattone Elisabetta & Giancarlo, lo «sprofondo» è stato promosso a quartiere bene, dei Fini. Il passato è alle spalle. Il campo (e i camper) rom, sono ricordi come gli appunti presi a suo tempo da Luca Bianchini, lo stupratore seriale che aveva segnato la zona di Val Cannuta come ideale per la caccia. Tutto finito, pare, anche se in realtà ci sarebbero sempre il Sert e i suoi tossicomani, la scarsa illuminazione e le risse tra romeni alticci come variabili. Le agenzie immobiliari ringraziano e studiano già il ritocchino delle tariffe.
Siamo in un afoso sabato d’agosto a via Raffaele Conforti 52, l’impietoso termometro segna 35 all’ombra e attorno non si vede un cane. C’è la fermata dell’autobus 889, un bar e una palestra. Più in là un supermercato e negozi generalmente chiusi per ferie. Da queste parti se non hai muscoli de fero o un guardiano rischi di ritrovarti in casa un acrobata dell’est Europa dai modi spicci. Qui vicino (via Gregorio XI) c’è un tabaccaio che fino a pochi mesi fa veniva rapinato con micidiale regolarità. Ora tutto si è calmato. Andrea De Nardo, titolare di un baretto in via Gregorio XI racconta il nuovo corso: «Adesso si sta meglio, Fini passa da queste parti con l’auto blu e la scorta quasi tutte le mattina, ma non si ferma, forse va a comprare i giornali, sfreccia a tutta callara (sgomma) e si dilegua. Magari mi chiedesse un cappuccino e cornetto, gli chiederei un paio di cosette...».
Naturalmente la palazzina al 52 è blindatissima e ospita i quattro appartamenti, i sei garage e le quattro soffitte di Elisabetta oltre all’appartamento, i due garage e la soffitta di Giancarlo. L’amministratore del condominio tale Sandro Polchi raggiunto telefonicamente preferisce non commentare: «I Tulliani? Certo che abitano qui, ma questa è una questione delicata, preferisco non parlare, cercate di capirmi. L’unica cosa che posso dire è che non me li ricordo alle riunioni condominiali...». Abbottonati anche i pochi vicini di casa rimasti in città. «La signora Tulliani? - dice un attempato condomino - Sì, la vedo spesso, abita qua da qualche anno e mi sembra una persona gentile. Ma è solo una questione di buongiorno e buonasera, nulla di più».
Entra un giovane sui trent’anni: «Ho letto sui giornali che questi appartamenti sono entrati a far parte dell’inchiesta dei pm di Perugia sul caso Gaucci. Ma, per il momento, non ho visto sigilli affissi sulle porte». Cento metri più avanti, al numero 80, subito dopo il «curvone», spunta il villino di nove stanze con il garage di 60 metri quadri acquistato il 2 luglio di quest’anno dove Giancarlo Tulliani parcheggia la Ferrari. Fa parte del Centro residenziale «Le Colonne», una sciccheria nel deserto. Anche qui non si vede anima viva, la portineria è chiusa per ferie.
Torniamo al 52, il quartier generale edificato tra il 2000 e il 2003 dall’immobiliare «Il Papillo». Fuori spicca il cartello di Gabetti che annuncia la vendita di un appartamento, un altro invece ha solamente l’indicazione di un telefono cellulare, questione di strategie, si legge: «Vendesi, due camere, terrazzo, doppi servizi, secondo piano. No agenzie». «L’appartamento - spiega un altro inquilino - è nella scala C ma non si può vedere, nemmeno dall’esterno perché qui ci abita un onorevole e ci sono telecamere dappertutto».
Le vendite sono alle stelle: nello stesso «comprensorio signorile» per un primo piano viene chiesto mezzo milione di euro per ottanta metri quadri «commerciali». Per un appartamento di quattro stanze, 120 metri quadri in via Vezio Crisafulli (una via adiacente) «comprensivo di parco e piscina condominiale con giochi per bambini e terrazzo» si arriva a 650mila euro. Spese escluse. Ma da un rapido excursus in zona si scopre che da questa parti anche gli affitti sono cari, inspiegabilmente cari.

Per sessanta metri quadri si pagano mediamente dai 1000 ai 1200 euro. Si parte da 700 per uno striminzito monolocale da quaranta metri quadri, quello che in pratica si pagherebbe per starsene nel più centrale Nomentano. Alla faccia della periferia.

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