Il suo nome, Papero Rosso, sembra quello di un fumetto. Nessuno lo ha mai visto e nessuno sa chi sia, eppure le sue opere hanno raggiunto quotazioni elevate, i collezionisti lo apprezzano e i critici si interrogano. Fino al 17 maggio, nelle sale di Art Point-Superstudio Più, le sue tele - sorta di ibridazione tra fotografia e pittura fuse in maniera ossessiva sulle tavole - saranno in mostra in una vernice dedicata al Viaggio.
«Il Papero Rosso - spiega il critico Vittorio Sgarbi - è un artista che ha rinunciato, più ancora che allanagrafe, al personaggio. Un gesto che da solo è una dichiarazione di poetica, unoperazione intellettuale, controcorrente, forse anche provocatoria». Anche perché, osserva, con la sua rinuncia a essere personaggio, «il Papero rosso, ribalta lidea romantica di un artista-eroe, protagonista al punto da debordare e far sì che la sua personalità determini lopera come accaduto, ad esempio, con Piero Manzoni e la sua Merda dartista o con Marcel Duchamp e il suo Orinatoio». Con la scelta di un nome da fumetto, conclude Sgarbi, lautore senza volto e avvolto dal mistero, assesta «uno schiaffo al culto della personalità dellartista. Compie un omicidio di Manzoni, di Duchamp, di Warhol, uccidendo il protagonismo dellautore».
Nelle tavole in mostra a Milano, lartista propone una sorta di realtà sfrangiata.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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