«Ascoltami bene. Oggi e venerdì, quando esci di qua, vai a pregare alla moschea di viale Jenner, vai da H., sicuramente lo trovi lì, quello della montagna». Un colloquio tra due presunti terroristi. Lintercettazione è del 23 febbraio 2007. «Quello della montagna» non è uno qualunque. A spiegarlo è il gip Giuseppe Gennari nellordinanza di custodia cautelare a carico degli islamici arrestati martedì dalla Digos. «Va sottolineato - commenta infatti il giudice - che il ricorso a parafrasi quali stare in montagna, se pur genericamente riferibile alla latitanza, è tipico negli ambienti radicali islamici per indicare i mujaheddin». E luomo della montagna, dunque, frequenta i centri di culto milanesi. Stessa intercettazione, pochi minuti più tardi. Il mujaheddin - dice lutente allinterlocutore - «è quello che vende e compra sempre il venerdì, e qualche volta dorme in moschea».
Ancora una volta, gli istituti islamici compaiono in unindagine condotta dai magistrati dellantiterrorismo. Non solo legittimi luoghi di culto e preghiera, ma anche occasione di incontro tra presunti estremisti. Viale Jenner, via Quaranta e via Padova. Nomi che ricorrono nelle telefonate ascoltate dagli investigatori. Così, se è necessario parlare a un «fratello», lindicazione è semplice. «Sei andato a cercarlo?», domanda uno degli arrestati. «Non lho trovato», la risposta. Allora «vai in Quaranta, o in via Padova». Lo troverà lì.
Ancora - scrive la polizia giudiziaria nella relazione consegnata alla procura - la prima volta che viene identificato Adel Jelassi (uno degli arrestati), questo avviene proprio «nei pressi della moschea di via Padova, insieme al Maher». Maher che altri non è che Maher Bouyahia, già condannato a sei anni di reclusione dalla corte dAppello assieme a Mohamed Daki e Ali Ben Sassi (4 anni) per associazione a delinquere finalizzata al terrorismo internazionale. Lo stesso che il giudice Clementina Forleo aveva assolto perché «guerrigliero».
Frequentazioni «pericolose» e non sporadiche. Scrivono ad esempio gli investigatori della Digos che «per tutto il mese di settembre e ottobre 2006, Benattia si incontra con cadenza sistematica con lamico Hammadi, con il quale frequenta listituto culturale islamico di viale Jenner».
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