Viale Tunisia, la pista ciclabile killer

Altri due incidenti nella strada ristretta da una corsia preferenziale che non piace a nessuno (neanche ai ciclisti)

Viale Tunisia, la pista ciclabile killer

La pista ciclabile di viale Tunisia è ancora nel mirino. E ancora per i problemi causati dal restringimento della carreggiata: una Mini si è ribaltata dopo aver urtato un'auto in sosta. Non ci sono stati gravi conseguenze, ma sembra proprio che la diminuzione dello spazio dedicato alle auto sia ancora causa di problemi: il Giornale ha riportato tempo fa le critiche alla pista arrivate dal quartiere, come quelle di Massimiliano Rositano, consigliere e tramviere: «Pisapia - ha detto - avrebbe dovuto ascoltare le critiche e i suggerimenti per questa scelta sciagurata della ciclabile di viale Tunisia, dove non c'è spazio e le auto ora si buttano sulla preferenziale del tram». Il problema spazio ora ritorna. E non è l'unica nota stonata sulla questione della pista: i pali sono stati criticati da molti soprattutto perché ne sono stati piantati diversi sopra il percorso per le bici. Ma è successo anche di peggio: ne hanno messo uno a un metro dai balconi di casa. Se lo è ritrovato davanti Giuseppe Saibene, 75 anni: «Ho chiamato il responsabile dei lavori – racconta – perché mi sembra veramente molto vicino al balcone, oltrettutto all'altezza del primo piano c'è una barra orizzontale che faciliterebbe un malintenzionato, ma mi hanno detto che a norma di legge devono stare a un metro dalle case: qui sarà un metro e poco più, ma poi mi hanno detto anche che non potevano allontanarlo perché devono stare ad almeno 30 centimetri dalla pista, ma poco più in là li hanno messi proprio sul percorso». Intanto al primo piano - il signor Saibene che abita al secondo lo sottolinea - c'è un grande ufficio vuoto e subito sotto la filiale di una banca. Luca Longo, presidente dell'Asscomm Porta Venezia, ha commentato duramente l'incidente della mini: «Ecco la ciclabile di viale Tunisia che sta arrecando solo incidenti a causa del restringimento della carreggiata gli automobilisti devono guidare in condizioni a dir poco tragiche, mentre i pedoni devono stare attenti al dislivello». Su Facebook si è scatenata la reazione dei sostenitori dell'intervento: mentre argomentavano che l'incidente era tutta colpa della velocità dell'auto e che la pista serve anche a diminuire quella media delle macchine, un pedone veniva investito in viale Tunisia da un'auto di una delle compagnie di carsharing attive in città. L'andatura delle auto non sembra aver subito grosse modifiche, come non si è interrotto il fiume guai di ogni genere per quella che alcuni chiamano la ciclabile d'oro a causa dei costi giudicati esorbitanti: la scorsa estate per il vento crollarono 40 metri di transenne addosso alle auto in sosta. Ma da quando le ruspe hanno iniziato a lavorare sono arrivate critiche da tutte le parti, comprese le associazioni di ciclisti e da esperti in materia di piste ciclabili come l'architetto Matteo Dondè. E spesso sono partite dai costi, giudicati eccessivi, passante per la decisione del luogo, su un viale parallelo ne esisteva già una e in mezzo agli alberi, e arrivate alle modalità con cui sta prendendo forma.

Ad esempio, grazie al gradino presente in molte parti dell'opera qualcuno si è fatto male: le anziane signore di passaggio sono volate per terra più di una volta. E i pali citati prima sono distribuiti anche sulla pista stessa. Se poi si chiede ai commercianti di zona, la lista delle pecche è molto più lunga.

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