Il vice «Berlusconi non spende 809 milioni in 5 anni»

MilanoNonostante Fininvest detenga il 99,93% del Milan, l’annuale assemblea degli azionisti per l’approvazione del bilancio si trasforma puntualmente in una sorta di «interrogatorio» per l’amministratore delegato rossonero Adriano Galliani. Per i soci storici l’occasione è troppo ghiotta per non pungolare l’ad con domande a 360 gradi: dal mancato acquisto di Sneijder e Pandev, ai risultati altalenanti del Milan, dall’invidia per le spese faraoniche di Moratti ai futuri progetti del club. Pure i controsensi sono però all’ordine del giorno tra gli azionisti di minoranza: se uno chiede a Galliani di puntare tutto sulla linea verde, un altro lo implora di non vendere Inzaghi. «Tra me e Pippo c’è un patto: se andiamo in Champions, lui resta» la confidenza dell’amministratore delegato.
Il nodo centrale è il bilancio del gruppo Milan, chiuso al 31 dicembre 2009 con una perdita consolidata pari a 9,8 milioni di euro, in miglioramento dell’85% rispetto ai 66,8 milioni del 2008. Il fatturato consolidato ammonta a 327,6 milioni di euro, in crescita del 38% rispetto ai 237,9 del 2008. «Un grande risultato per un mondo stratosfericamente in perdita» spiega Galliani, prima di aggiungere diverse postille ai semplici numeri nudi e crudi. La prima: «Berlusconi è innamoratissimo del Milan e continuerà a mettere soldi nell’impresa». La seconda: «Fininvest possiede il 99,93 delle azioni, ma ripiana i bilanci al 100%». La terza, probabilmente la più gustosa: «Berlusconi continua ad essere molto appassionato di calcio, non vuole solo bene al Milan ma di più. Tuttavia non vuole fare come l’Inter che ha speso 809 milioni di euro in cinque anni: non vogliamo e non possiamo perdere 809 milioni in cinque anni, ma avremo comunque un Milan competitivo».
Un Milan che, nonostante la cessione di Kakà, «senza i numerosi infortuni» come sottolinea Galliani, «sarebbe ancora in lotta per il campionato». Un Milan che, comunque, non perderà la propria vocazione, «anche se il 2010 sarà più difficile del 2009, che è stato salvato dalla vendita di Kakà», l’appunto dell’ad milanista. Vietato però scorgere all’orizzonte del mercato rossonero nuove cessioni eccellenti, come ventilato da più parti. «Non vendiamo nessuna star - l’assicurazione a doppia mandata di Galliani -. Certamente non vendiamo Pato (il cui matrimonio con Stefhanie Brito sembrerebbe essere giunto al capolinea dopo solo 9 mesi, ndr), Thiago Silva, Ronaldinho, Huntelaar e Borriello». E allora, inevitabilmente il discorso si sposta sul mercato: un azionista chiede a Galliani di render conto dei mancati «acquisti» di Sneijder e Pandev, due che stanno facendo le fortune dell’Inter. Manco avesse la sfera di cristallo - vien da pensare -, la risposta del vicepresidente vicario è comunque precisa e dettagliata. «Nel modulo con cui Leonardo pensava di giocare - precisa -, non avevamo bisogno dell’olandese che è una mezzapunta.

Se penso poi che il Real ha preso Kakà e venduto Robben e Sneijder...». Discorso differente, invece, per Pandev. «Il Milan non prende giocatori che hanno rescisso il loro contratto» (dimenticato Vieri, ndr). Una frecciatina all’Inter? «No, solo una scelta politica».

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