Fino a tarda sera il caso Carlo Malinconico è tenuto più sotto chiave di un’informativa del Kgb. Ma le voci di dimissioni del sottosegretario alla presidenza del Consiglio sono sempre più insistenti. Il premier ha preteso un chiarimento, una memoria scritta sulla vicenda. OggiMario Monti avrà un colloquio privato con il suo sottosegretario e, a quanto si apprende, è pronto ad accettare le suedimissioni(ancheseMalinconico non ne avrebbe alcuna intenzione). Ma dopo l’incontro a quattr’occhi assisteremo sicuramente all’epilogo della vicenda.
Ierièstataunagiornatacaratterizzatadaisilenzi: nessunpartito, né segreterie di ministri hanno inviato una nota, un commento, né di condanna né di solidarietà. Nemmeno Di Pietro ha speso una riga. Anzi, dall’Idv la risposta è stata: «Per il momento non interveniamo sulla vicenda». Mai successo dalla fondazione del partito. Soprattutto quando ci sono di mezzo casta, privilegi, etica violata.
Un silenzio misterioso. Eppure molti quotidiani, oltre al Giornale, ne avevano scritto diffusamente ieri: il neo sottosegretario con delega all’Editoria, già segretario generale a Palazzo Chigi durante il governo Prodi, risulta per un’informativa dei Ros beneficiario di una serie di week end nel lussuoso albergo «Pellicano» dell’Argentario, pagati dall’imprenditore tristemente noto per la risata al telefono la notte del sisma all’Aquila: Francesco De Vito Piscicelli. Primo soggiorno, quasi 10mila euro, e così via, almeno per altre cinque volte.
Malinconico non è indagato, ma la storia è davvero poco limpida secondo i Ros. C’è imbarazzo nel governo, anche se tutti rimangono zitti. Del caso si è occupato però ieri il Tg3, e Enrico Mentana, durante il tgLa7, ha ventilato dimissioni imminenti. Nessun ministro ha voluto commentare. Il portavoce del ministro Francesco Profumo ribadisce al Giornale il pensiero di tutti: «Dal ministronessuncommento». DaMonti men che meno.
Ma la stranezza del caso Malinconico è appunto il mutismo generale. Il 23 aprile del 2010 gli attacchi a Claudio Scajola per la casa di via del Fagutale, pagata in parte «a sua insaputa» erano centinaia, via web, radio, tv, satellite. Ma per l’ex uomo del professor Prodi un inspiegabile vuoto di reattività.
Per trovare valutazioni l’unica strada è il telefono. Il garantismo a due velocità del Pd è fortunatamente smussato da Roberto Giachetti: «Se le cose sono come dite...- esordisce prudentissimo - mi aspetto che intempifulmineiMalinconicoreplichi, dica come stanno le cose, e spero che non stiano come emergono oggi dai giornali». Ma i soggiorni all’Argentario sono documentati dal Ros, non dicerie. «Se così fosse - valuta finalmente il deputato - il giudizio non potrebbe essere diverso da quello espresso in casi simili». E comunque «che malinconia». Per un commento del segretario bisogna attendere le nove di sera, quando PierLuigi Bersani, sollecitato da una domanda di Lilli Grubera Otto e mezzo, concede un «credo che intanto dovrebbe dare spiegazioni, non potrei dare un giudizio se è vero, ma questa di trasparenza di comportamenti è un’esigenza dichiarata e conclamata ».
L’Italia dei Valori però non dovrebbe avere lo stesso timore reverenziale. Passi per il Pd, che era il partito forte del governo Prodi all’epoca di Malinconico segretario, ma l’Idv ha sul piatto le armi per un arrembaggio. Il silenzio dell’intera giornata è invece confermato dall’ufficio stampa della Camera del partito di Di Pietro: «Per ora non interveniamo sulla vicenda». Dal Fli, Benedetto Della Vedova a domanda del Giornale risponde cautissimo: «Non ho approfondito, però penso che anche se soggettivamente si può affermare di non esser colpevoli, ci sono dati oggettivi di cui bisogna prendere atto, a meno che non si spieghi la vicenda al di fuori di ogni dubbio». Un contorsionista garantista.
Nel Pdl, il vicecapogruppo alla Camera Osvaldo Napoli, lungi dall’attaccare tutto il governo Monti, riflette: «Ci sono due pesi e due misure. Se corrisponde al vero quello che si afferma, credo senza rancore che lo stesso premier, alla guida di un governo che punta a rappresentare qualcosa di diverso, dovrebbe avere la sensibilità non di invitare alle dimissioni, ma di andare a vedere come stanno le cose. Anche se non ci sono reati è un problema morale».
Finalmente un leghista si appassiona di più al caso: «Se l’esempio del rigore è andare gratis negli alberghi... - dice il deputato Raffaele Volpi - Prima di mandare la Guardia di finanza a controllare gli artigiani inizino con la trasparenza dei propri redditi.
Questo governo ha grosse sfumaturepolitiche».
La vicenda Malinconico «va assolutamente chiarita chiede anche Silvano Moffa, capogruppo di Popolo e territorio - altrimenti la situazione diventa delicata e può pregiudicare la sua posizione di membro del governo».