Ahi, ahi, ahi, ci risiamo. Nuova gaffe per Massimo Giannini (nella foto), vicedirettore di Repubblica. Sarà stata la dannata fretta che accompagna il lavoro del giornalista, la tensione post-voto per la sconfitta del democratico Renato Soru in Sardegna, la comprensibile difficoltà nellaccettare la vittoria di un altro commercialista di centrodestra, allanagrafe Ugo Cappellacci (il primo fu labruzzese Gianni Chiodi). Per carità, può succedere. Ed è successo anche al numero due di Largo Fochetti, che firmava ieri leditoriale di prima pagina («La prova di forza del Cavaliere»). E così, per spiegare ai suoi lettori che Silvio Berlusconi «vince da solo», Giannini scrive: «Può anche candidare il suo cavallo, come fece Catilina». Già, Catilina. Peccato che la paternità spetti a Caligola («terzo imperatore romano, della dinastia giulio-claudia, regnò dal 37 al 41», riporta Wikipedia).
Ma tantè. Lerrore del vice di Ezio Mauro non passa inosservato. Non sfugge a Massimo Bordin, che nella rassegna stampa mattutina su Radio Radicale lo fa notare con garbo. Se ne discute per tutta la giornata anche in Transatlantico, tra lironia e la perfidia di qualche collega, si infierisce nei blog sparsi per il web. E se ne accorge pure il diretto interessato, che nel testo sul sito web di Repubblica corregge il tiro e dà a Caligola ciò che è di Caligola.
Per sua sfortuna non passò sotto traccia neppure lerrore geografico dello scorso anno. Quando fu costretto allerrata corrige (era il 17 marzo).
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