Vicoli Aggressione anarchica al ministro

Quando se ne accorge è già quasi finito tutto. Ignazio La Russa si gira, vede gli uomini della sua scorta e il senatore Giorgio Bornacin impegnati a bloccare l’anarchico spagnolo che ha provato ad aggredirlo, e la prima cosa che gli viene da urlare è: «Non fategli del male». Poi fa per riprendere il cammino e scuote la testa: «Mi spiace per ’sti ragazzi. Pensa un po’ a cosa gli hanno messo in testa se pensa che il nemico sia io». La passeggiata in via Pré, per verificare da vicino perché la gente chieda più sicurezza, si conclude nel modo più imprevedibile. O forse no, perché fin dai primi passi nel carruggio simbolo della città vecchia che ha paura, si capisce che c’è qualcosa che non va. Il meno tranquillo del gruppetto è proprio Bornacin, che ha poca voglia di scherzare e chiede di accorciare il tragitto, di arrivare alle macchine.
«Ci avevano avvertito che in giro c’era un personaggio poco raccomandabile - conferma subito dopo l’aggressione, scendendo verso il mercato comunale di via Gramsci -. Si sapeva che era una persona pericolosa e armata. Capite perché dicevo di fare presto?».

Si capisce soprattutto perché il senatore sia stato tra i più pronti a reagire all’aggressione dell’anarchico, un trentacinquenne pregiudicato, già arresto in passato a Bologna e a Trento per aggressioni e resistenze a sfondo politico, un professionista della violenza attualmente in forza al centro sociale genovese ex Inmensa. (...)

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