Mano leggera dei giudici per tre liceali che avevano ripreso - a sua insaputa - una loro compagna diciassettenne mentre si scambiava effusioni con un ragazzo, e che avevano poi mostrato a amici e conoscenti le performance della giovane. Individuati e incriminati grazie alla soffiata di un coetaneo, i tre giovanotti si erano visti processare e candidare dal pm Antonio Sangermano a una pena esemplare: quattro anni di carcere per produzione di pornografia minorile, un reato che in genere si contesta ai pedofili. Ma ieri il tribunale ha ridimensionato il tutto a poco più che una ragazzata: otto mesi per il semplice reato di detenzione del materiale. Per i giudici non cè prova che proprio i tre imputati fossero i registi del video hard.
La vittima era stata attirata in trappola nella confortevole casa di uno del terzetto nel centro di Milano, dove era stato allestito il set con telecamera nascosta. Qui le avevano fatto incontrare un quarto giovanotto e avevano filmato le loro effusioni. Quanto in là i due si fossero spinti e quanto il nastro avesse immortalato, i giudici non hanno potuto saperlo, perché lunica copia rintracciata del nastro venne distrutta dalla protagonista in un comprensibile gesto dira. Ma intanto il video era stato proiettato in più di unoccasione.
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