«Le vie di Rapallo devono essere in dialetto»

Bruzzone agli alleati: «Per Comune e Provincia di Genova accettate le nostre condizioni o corriamo soli»

«Le vie di Rapallo devono essere  in dialetto»

(...) i due leghisti Stefano Foni e Alessandro Puggioni lo abbandoneranno il sindaco potrà trovarsi in minoranza, a meno di un sostegno da parte del centrosinistra, che pure oggi sta all’opposizione. L’ultima parola spetta a Francesco Bruzzone il segretario regionale, che oggi incontra i suoi. «Non è una decisione facile - avverte -. Tanto più perché se si decide per il commissariamento è doveroso, per rispetto dei cittadini, avere un progetto politico serio per il futuro». E tanto più che, a proposito di conditio sine qua non, par di capire che sullo scacchiere politico non ci sia solo Rapallo, anzi: se non verranno sottoscritti accordi chiari con gli alleati su alcuni temi considerati «irrinunciabili», la Lega Nord, parola di Bruzzone, correrà da sola alle prossime amministrative di Genova.
E quali sarebbero queste condizioni, Bruzzone?
«Sarà la base del partito, eletti e iscritti, a deciderle sottoscrivendo un documento, in una conferenza programmatica dal 28 agosto al primo settembre: di giorno assemblee e incontri, di sera ristoranti e ballo liscio. Al coperto».
Una specie di Festa dell’Unità.
«Sì, solo che noi non la faremo in centro, ma in una vallata genovese, del resto è dalle vallate che partono sempre le rivoluzioni, no? Anche la Resistenza».
Resistenza padana allora. A che cosa?
«Come le ho detto sarà la base a decidere. Certo il punto di partenza sarà il no al voto agli immigrati, sul quale la posizione di An a livello nazionale non ci piace affatto, e il no alle case agli zingari, sul quale non abbiamo alcuna certezza sulla linea che l’Udc deciderà di tenere. E poi ci sono la sicurezza, la lotta alla delinquenza».
Non le pare prematuro mettere alle strette la Casa delle Libertà?
«La Lega non può rinunciare alle proprie priorità e questo deve essere chiaro fin da subito. Se ci sarà una convergenza su questi temi bene, altrimenti la Lega correrà da sola, con un proprio candidato sindaco e un proprio candidato presidente della Provincia. Non rinunceremo ai temi che per noi sono determinanti sull’altare di nessuna coalizione».
E se invece trovaste l’accordo, lei benedirebbe il tandem del senatore Luigi Grillo e dell’ex governatore Sandro Biasotti per la conquista di Tursi e palazzo Spinola?
«A quel punto se ne potrebbe parlare, ma per il momento dobbiamo fare chiarezza sulle questioni programmatiche».
A proposito di chiarezza, a Rapallo aspettano tutti voi.
«E noi decideremo domani (oggi per chi legge, ndr). Certo non è una valutazione facile. Dobbiamo capire se è giusto o meno che questa giunta resti in sella, per cominciare. E poi non si può dire a cuor leggero ai cittadini che il loro Comune verrà commissariato: serve un progetto politico corposo, di ampio respiro».
Non sarà che la Lega ha già deciso di dare la spallata ma prende tempo per alzare il prezzo con gli alleati?
«No guardi, ci stiamo solo confrontando, perché questa è una grossa responsabilità»
Quindi la Lega non chiederà poltrone in cambio, per dire.
«La Lega pensa ai programmi, non alle poltrone».
Quindi?
«Quindi fra le nostre condizioni ci sarà, per esempio, la lotta agli ambulanti abusivi, ma anche le indicazioni urbanistiche bilingue».
Sarebbe a dire?
«Se lei va ad Alassio o a Pietra Ligure, comuni a lungo amministrati dalla Lega, vedrà che all’inizio e alla fine dei paesi il nome è scritto anche in dialetto. E lo stesso vale per le vie».


E quindi come si chiamerà Rapallo?
«Rapallu»
Pare un po’ sardo, non le pare?
«Eh, lo so. Pazienza».
Cosa dice di Umberto Bossi che annuncia che non parlerà più di secessione?
«Che io, tanto, la secessione di Rapallo dal resto d’Italia non posso chiederla»

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