Un comico dalla battuta lesta, una «spalla» dalle doti interpretative e caratterizzazione giusta, il cretino che sembra estraneo alla realtà ma alla fine la sovverte, una primadonna tutta curve e piume di struzzo, ballerine di fila in calze a rete e bikini di paillettes, più unorchestra di quattro elementi per serrare sul filo del pentagramma una sfilza di battute e sketch di buon gusto. Tutto in onore del vecchio varietà che sembrava aver ceduto le armi alla tv e appeso lustrini e pagliette al chiodo. Invece no. Da questa sera al Salone Margherita va in scena Vieni avanti cretino!, uno spettacolo daltri tempi diretto da Pierfrancesco Pingitore che rende omaggio allantica arte dellavanspettacolo. Mattatori in proscenio Pino Insegno e Roberto Ciufoli, coppia comica di rodata esperienza che tornano a lavorare insieme a distanza di anni. Maestri nel rimpallare le battute, rimanendo fedeli a un canovaccio semplice costruito sulla falsariga della vecchia commedia di rivista e impreziosito da rivisitazioni di citazioni famose. Come il mitico «sarchiapone» dei capiscuola Walter Chiari e Carlo Campanini. Arricchiscono il cast dello spettacolo, che ha preso in prestito il titolo Vieni avanti cretino! alla celebre battuta dei fratelli De Rege, la bionda Emy Bergamo, Federico Perrotta, Marco Stabile e Vito Ubaldini.
«Siamo lieti di aprire la stagione con la ripresa di uno spettacolo al quale ho dato un piccolo contributo di regia e che vuole essere il nostro modo di dire grazie allavanspettacolo, un genere che nacque e visse felicemente tra il 1930 e il 50» spiega Pingitore, fondatore con Mario Castellacci della storica compagnia Il Bagaglino, il quale, pur sottolineando lasciuttezza delle quattro girl del corpo di ballo («non sono ragazze in carne come quelle degli anni 50» sospira) si dice entusiasta di unoperazione che al di là delleffetto nostalgia servirà a preservare dalloblio un genere in via di estinzione. «Ci andava di ricalcare un periodo meraviglioso e storico della comicità - confessa lattore e doppiatore Pino Insegno -. Noi ci consideriamo un po i nipotini dellavanspettacolo e così ci siamo messi di buzzo buono a scrivere qualcosa che somigliasse ai vecchi show anni 50». Risultato? È uscita fuori la tipica serata anni 50, profumata di cipria e odorosa di cucina.
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