«Vietate i Mondiali ad Ahmadinejad»

Formale richiesta di impedire la presenza ai campionati in Germania del leader iraniano: dichiaratelo «persona non grata» sul territorio europeo

Per qualcuno il vero incubo dei Mondiali di calcio tedeschi non è il terrorismo, ma il tifoso Mahmoud Ahmadinejad. Per esorcizzarlo 75 deputati europei hanno già firmato una petizione che chiede all’Austria, presidente di turno dell’Unione Europea, e alla Federazione internazionale del calcio (Fifa) di mettere al bando il presidente iraniano dalla Germania e da tutti gli altri 24 Paesi membri dell’Unione.
La lettera aperta, sottoscritta anche dai radicali Marco Pannella e Marco Cappato propone di dichiarare Ahmadinejad «persona non grata» sul territorio europeo «fino a quando le sue posizioni sul martirio, l’Olocausto, la distruzione di Israele e l’arricchimento dell’uranio non cambiano». L’iniziativa patrocinata da Jana Hybaskova popolare ceca, presidente della delegazione per le relazioni con Israele, dal conservatore britannico Charles Tannock, vicepresidente della Commissione per i diritti umani, e dal socialista portoghese Paulo Casaca, presidente della delegazione per i Rapporti con l’assemblea parlamentare, punta a includere Ahmadinejad in quel club di “grandi appestati” riservato, fino ad ora, solo al presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe e a quello bielorusso Aleksandr Lukashenko.
L’incubo dei 75 eurodeputati è tutt’altro che irreale. La squadra di calcio iraniana qualificatasi con successo ai mondiali è, assieme al nucleare, uno dei simboli dell’orgoglio nazionale di Teheran. Il calcio, impostosi come lo sport più seguito della Repubblica islamica, è anche un importante elemento di consenso sociale. Non a caso lo scorso aprile il presidente Mahmoud Ahmadinejad ha cercato d’infrangere il divieto che impedisce alle donne di metter piede negli stadi. Costretto a batter in ritirata dal “niet” degli ambienti clericali, Ahmadinejad potrebbe ora cercar di sfruttare i successi della sua nazionale.
La presenza di un leader accusato d’antisemitismo dopo la promessa di cancellare dalla carta geografica lo Stato ebraico, seguita da ripetute prese di posizione antiisraeliane, rischia d’imbarazzare in primo luogo la Germania. A insospettire ancor di più Berlino contribuiscono i ripetuti accenni di Ahmadinejad alle «accuse storicamente ingiuste» alla nazione tedesca. Per questi motivi e per la sua promessa di seguire con passione la nazionale, la possibilità di una comparsa in tribuna, salutata con entusiasmo anche da molti gruppi dell’estrema destra europea, è più di un’ipotesi.

Un’ipotesi che potrebbe materializzarsi subito dopo l’inizio dei Mondiali, quando l’Iran affronterà il Messico in una sede non priva d’inquietanti suggestioni storiche come Norimberga. Ma la petizione dei 75 ben difficilmente riuscirà a ottenere l’imposizione di un bando europeo. Almeno fino a quando Londra, Parigi e la stessa Berlino continueranno i negoziati con l’Iran a nome di tutta l’Europa.

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