Maledetti qui pro quo: mai e poi mai avremmo immaginato che, millenni dopo la famosa mela, arrivasse anche la cabina della discordia! Eppure è accaduto, e la cosa più curiosa è che tutto sia partito da un articolo apparso su queste pagine poche settimane fa. Ricordate il 29 agosto, quando annunciavamo che Telecom Italia, con il beneplacito di Agcom, si avviava a rottamare le ultime cabine telefoniche? Aggiungemmo, per completezza di informazione, che con una semplice mail era possibile salvare le postazioni di particolare utilità. Tutto chiaro, no? A quanto pare no. Una parolina male interpretata, forse un eccesso di entusiasmo e il gustoso equivoco è scattato. Complice la passione della signora Lina Messana di Senago, da anni nostra attenta lettrice, per le cabine del telefono. «Tempo fa avevo già chiesto a Telecom di poter avere una cabina - spiega -, e quando, quel lunedì mattina, ho letto il vostro articolo, credevo fosse finalmente arrivato il momento per "adottarne" una, salvandola dalla rottamazione. Avere una casetta con un po' di verde è sempre stato il mio sogno, e si è appena realizzato. Quando poi ho pensato che avrei potuto avere in giardino anche una vera cabina ho subito contattato Agcom, che mi ha detto di rivolgermi direttamente a Telecom. Sono sempre stata un'appassionata: in passato avevo in casa la gigantografia di una cabina telefonica inglese, e custodisco gelosamente un vecchio portachiavi coi gettoni. Così ho scritto a Telecom che desideravo salvare una cabina e averla tutta per me». Ed ecco la prima delusione: per «salvare una cabina» intendevamo la possibilità di lasciarla operativa sul posto, non di portarsela a casa! E così, ovviamente, la pensa anche Telecom. Ma anche se l'equivoco è stato presto chiarito, la questione non si è chiusa: «Certo, avevo frainteso la notizia, ma perché non mi danno comunque la possibilità di avere una cabina? Considerato che le cabine telefoniche sono una specie in via di estinzione, perché un privato cittadino non può adottarne una, anche se vecchia e malconcia, e salvarne la memoria? Mi sono detta anche disposta a contribuire con una somma di denaro». Senza darsi per vinta, la signora ha contattato di nuovo Telecom chiedendo ulteriori spiegazioni. «Mi risposero di essere sinceramente dispiaciuti, ma che proprio era impossibile accontentarmi: le cabine dismesse vengono mandate alla rottamazione come rifiuti e non possono essere abbandonate in giro. Quindi, se io la tenessi nel mio giardino, la Telecom sarebbe colpevole di aver abbandonato i suoi rifiuti e violerebbe la legge. Ma io continuo a non capire, e non mi adeguo: ho sempre pensato che per ogni problema esista una soluzione e stavolta vorrei proprio trovarla. Ci sarà pure un sistema!» Davvero un vulcano, la signora Messana. Un giro in rete e scopriamo che è anche un'ottima blogger, con uno spazio (mimandavabertuzzi.blogspot.com) dedicato al compianto Alberto Bertuzzi, veneziano di nascita e milanese d'adozione, imprenditore, giornalista e difensore civico volontario «di cui - dice - mi sento discepola». La querelle della cabina, insomma, sembra proprio destinata ad avere un seguito.
«In fondo - conclude la signora - sto chiedendo di poter salvare un simbolo di un mondo che sta cambiando». Una legge che glielo consenta -ammesso che esista- è difficile trovarla, ma noi, gentile signora, continuiamo a fare il tifo per lei.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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