Esiste un flusso di esportazioni italiane verso lIran, stimate un miliardo di euro nel primo semestre 2010 e in costante crescita: il Paese è sotto accusa in tutti gli organismi internazionali, ma è «cliente» di molte nostre imprese. E proprio queste oggi sono in difficoltà, perchè una direttiva europea che pone una serie di restrizioni ai commerci, è aggravata dallatteggiamento delle banche. Una decisione del Consiglio dellUe di luglio vieta (tra laltro) vendite, forniture, trasferimenti riguardanti armi, prodotti missilistici e nucleari, prodotti chimici ad uso bellico. Tutto comprensibile. Ma che cosè accaduto ad alcune imprese di settori diversi da quelli della black-list? Si sono viste negare dai propri sportelli regolari pagamenti che sono stati rispediti al mittente con una sola motivazione: «Vengono dallIran!». Anche se riguardano forniture di prodotti alimentari, medicali, meccanici, ecc.
che non subiscono la scure europea. Insomma: un colpevole eccesso di zelo, e senza un rigo scritto perchè non resti traccia. Allimpresa vittima della sua banca che cosa resta? Rinunciare al cliente iraniano, anche se legittimo. Nonostante la crisi.Vietato incassare il credito dallIran
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