Vietato mendicare con un animale

Vietato mendicare con un animale

Quaranta sono i cani che l'Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali) ha temporaneamente sequestrato agli accattoni durante il 2012 e quaranta sono le pagine del nuovo regolamento in tema di animali e accattonaggio, stilato dal garante Valerio Pocar. E' il secondo regolamento del Comune milanese, quello in corso era stato varato nel 2006. «Posso solo anticipare una regola: a Milano non si potrà più mendicare con un animale. Se avessi potuto avrei impedito la permanenza in città a quei circhi che si servono di elefanti o tigri per far divertire la gente, ma purtroppo questo non è di mia competenza» racconta Pocar. Ora il documento dovrà fare il suo corso. Sarà vagliato dai consigli di Zona, dalla segreteria generale del Comune, dalla commissione consiliare fino alla discussione in consiglio comunale. Intanto i quattrozampe dei senza tetto entrano ed escono dal canile di via Aquila.
«Noi agiamo in base alle regole vigenti che vietano in modo relativo l'accattonaggio con animali. Mettiamo in atto il sequestro, ma se poi il padrone si presenta con la cifra di 166 euro e paga, la polizia locale gli riconsegna il cane. Vogliamo arrivare al sequestro e alla conseguente confisca definitiva» dichiara Massimo Pradella, coordinatore nazionale delle guardie zoofile dell'Oipa. Però! Un accattone che paga 166 euro per riavere un animale? Significa che il quattrozampe rende? Certo: la commozione del piccolo che vede l'animaletto, la lacrimuccia della signora aumentano la posta dell'obolo.
«Ci sono clochard che vaccinano, curano, coprono il cane quando fa freddo e tengono la ciotola d'acqua fresca d'estate. Questi non vengono toccati. Agiamo dopo aver controllato per qualche tempo l'accattone e aver verificato che il cane è maltrattato. Molti lo tengono solo da cucciolo, poi quando diventa grande non si sa come e dove ma sparisce. E' inutile che noi procediamo al sequestro e poi la polizia locale dissequestra. L'accattonaggio con i cani deve finire» sentenzia Pradella.
Nel caso di cagnoline in gravidanza, che spesso partoriscono nel canile, il padrone può pretendere il ritorno della mamma e anche dei cuccioli, trattati come burattini per smuovere la spicciola pietà che alza la donazione da pochi spiccioli a somme più consistenti. «Vorrei lanciare un appello. Per favore non date più nulla agli accattoni che hanno un animale. Commuoversi un momento non serve a nulla, nella maggior parte dei casi non si finanzia un rapporto d'amore ma una storia di sfruttamento, soprattutto nei casi dei rom. Cerchiamo d'avere il coraggio di entrare in un campo nomadi per osservare da vicino come vengono trattati i quattrozampe. Ma non si può. Tutti hanno paura».
Spesso gli animali salvati dagli operatori vengono affidati a famiglie che si affezionano inutilmente perché poi il cane è costretto a ritornare alla vita precedente. Qui sì che la buona e vecchia pietas dovrebbe scattare per cambiare un meccanismo che non dipende dalla legge ma da una sola parola: civiltà.

«Il nuovo regolamento - conclude Pocar - contempla il fatto che i clochard possano entrare nei dormitori comunali con il proprio animale, se si tratta di un vero legame d'affetto. Noi vogliamo porre fine alla barbara usanza di far vivere sulla strada un animale per guadagnare denaro».

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