Silvia Villani
Avrebbero dovuto garantire sicurezza e tranquillità ai clienti di un centro commerciale del nord Milano, ma gli agenti del commissariato di Sesto San Giovanni hanno scoperto che proprio tra loro si nascondevano persone già note alle forze dellordine per furto, spaccio di sostanze stupefacenti, porto abusivo darmi e sfruttamento dellimmigrazione clandestina. A capo dellazienda che forniva servizi logistici e di vigilanza G.P., un trentaduenne di origine albanese da anni residente nellex Stalingrado dItalia.
Appassionato di sorveglianza, luomo aveva più volte chiesto di poter svolgere lattività di vigilante, ma la licenza - rilasciata dal prefetto - gli era stata sempre negata per i suoi trascorsi. Eppure la mancata autorizzazione non ha impedito al trentaduenne di creare la «G.V. Service srl», con sede a Sesto San Giovanni. Lazienda, al cui vertice si sono avvicendati prima G.P., poi la moglie, quindi un milanese incensurato che aveva nuovamente chiesto alle forze dellordine la licenza, negli ultimi tempi era tornata nelle mani di G.P. e di un suo amico connazionale.
Non ritenendo indispensabile quel foglio di carta che li avrebbe autorizzati a lavorare, i due lo scorso dicembre avevano così coronato il loro sogno: diventare addetti alla sicurezza. A insospettire gli uomini del commissariato di via Fiume, proprio il giovane albanese. Dopo averlo riconosciuto mentre, insieme ad alcuni colleghi, lavorava nel piazzale del centro commerciale sfoggiando unimpeccabile uniforme e ricetrasmittenti, i poliziotti gli si sono avvicinati e gli hanno chiesto i documenti. Tutto in regola, salvo un piccolo particolare: nessuno dei fermati avrebbe potuto svolgere quel lavoro.
Accompagnati in commissariato per verificare la regolarità dei documenti presentati, i due albanesi e litaliano si sono discolpati spiegando ai poliziotti che la loro era solo unattività di supporto logistico e che le divise servivano solamente per essere identificati dai clienti che potevano aver bisogno di loro. Una linea seguita anche dai responsabili del centro commerciale che hanno più volte sostenuto di essersi rivolti a quella che il sito internet della società descrive come «azienda leader nella fornitura di servizi di sicurezza» solo per la distribuzione di volantini, per il controllo degli addetti alla raccolta rifiuti e per indicare ai clienti i parcheggi liberi più vicini.
Nel mirino delle forze dellordine, non solo il lavoro svolto dal gruppo nel centro commerciale ma una serie di attività correlate. Tra queste anche la scorta e tutela (armata) di vip e imprenditori. Gli inquirenti non escludono che il servizio di accompagnamento venisse svolto con armi di dubbia provenienza e da persone sprovviste di porto darmi.
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