«Villa Piccolomini è nostra, dovete ridarcela»

«Villa Piccolomini è nostra, dovete ridarcela»

Villa Piccolomini, una costruzione storica immersa in un parco sull’Aurelia antica, che i lettori de Il Giornale ricordano soprattutto come «location» della contestata cena del presidente della Regione Marrazzo, è di nuovo sotto i riflettori. Ieri mattina un gruppo di attori del Comitato Gianpiero Bianchi ha deciso di occupare la dimora seicentesca che il conte-attore Nicolò Piccolomini lasciò in eredità perchè diventasse una Fondazione per «il ricovero e mantenimento di artisti drammatici nonchè per elargizioni ad artisti drammatici indigenti».
Il Comitato, che sta lottando da tempo per realizzare il progetto, ricorda che «la Regione Lazio, nel 2005, con un colpo di mano, ha sciolto il CdA e commissariato la Fondazione estromettendo gli attori dalla gestione di questo enorme patrimonio e, insabbiato il progetto di apertura del parco ai cittadini, la prestigiosa villa è stata trasformata nella lussuosa sede di rappresentanza della Regione». Gli attori - prosegue la nota - «stanchi di aspettare che venga recepito un diritto sancito da un lascito e da uno statuto» hanno imposto la loro presenza nella villa. «Con questo atto di forza speriamo, nonostante già lo abbiamo chiesto più volte, di essere ascoltati dal presidente Piero Marrazzo al quale - spiega la nota - vorremmo dire che non pretendiamo di cacciare la Regione dalla nostra villa ma di ottenere almeno la gestione di un’ala per organizzare, oltre alle feste dei potenti, una casa di riposo, tanto più che la struttura si presta allo scopo con stanze da letto e relativi bagni in buone condizioni».
Secondo gli occupanti, tre dei cinque membri del nuovo CdA sono già stati nominati da tempo dalle istituzioni preposte (sindacati di categoria, presidenza dell’Accademia nazionale d’arte drammatica, sindaco di Roma). Mancano le due nomine di competenza della Regione. Il Comitato intitolato a Gianpiero Bianchi - l’attore designato dai Sindacati di categoria nell’ultimo CdA e scomparso nel luglio del 2005 - ha più volte chiesto alla Regione Lazio il ritorno alla normale gestione della Fondazione e il rispetto delle volontà testamentarie del conte-attore. Nonostante le reiterate richieste e gli incontri in Regione, promossi anche dal Sindacato attori italiani, il commissariamento continua e la Regione insiste a non nominare i due consiglieri di propria competenza.
Ma proprio ieri, a seguito della protesta, qualcosa si è mosso. L’assessore agli affari istituzionali Daniele Fichera ha detto che «è pervenuto nei giorni scorsi il bilancio consuntivo dell’Ipab Piccolomini che, di fatto, come previsto, chiude la fase di commissariamento dell’Ente. Entro oggi (ieri, ndr) la proposta di nomina del Consiglio di amministrazione sarà sul tavolo del presidente Marrazzo».
«Hanno fatto bene gli attori del comitato Bianchi a occupare villa Piccolomini poiché è una vera e propria vergogna che Marrazzo e Fichera abbiano commissariato questo ente per ben quattro anni» afferma in una nota il consigliere regionale Pdl Donato Robilotta. «Per tutto questo tempo hanno così impedito agli attori di gestire un bene che fu devoluto per il ricovero e il mantenimento degli artisti indigenti - si legge in un comunicato - Ho tempestato di interrogazioni il presidente Marrazzo e l’assessore Fichera sulla vicenda.

L’ente è stato gestito per altri fini; infatti, dei proventi dell’affitto che la Regione paga a Villa Piccolomini, come sede di comunicazione istituzionale e di rappresentanza, non vi è un euro che sia stato destinato per contrastare l’indigenza degli attori».

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