Riccardo Signori
nostro inviato a Pechino
Ai cinesi piace da matti il calcio. Ne sa qualcosa il totocalcio locale, impostato sulle partite del nostro campionato. Il calcio dItalia pare sia una prelibatezza, specie ora che abbiamo la nazionale campione del mondo. Lo hanno detto anche al Coni. Con tanto di preghiera: per favore, portate la vostra nazionale alle nostre Olimpiadi. In cambio, il comitato olimpico cinese è pronto ad aprire allItalia dello sport le porte dei propri santuari.
Ieri la pattuglia dei ct azzurri, in missione a Pechino, è andata alla scoperta dellUniversità dello sport, una città nella città, plastico in scala naturale di una ipotetica cittadella dello sport. Campi e campetti, tennis, basket, pallavolo, calcio, piste fatte e da rifare, ogni palazzina come fosse la cappella di un credo, sale e salette in cui veder srotolare il frenetico attivismo di una cultura sportiva: le ragazze della ginnastica e i seguaci del ping pong, schermidori e lottatori del judo, di tutto un po.
Eppoi mense, dormitori, stanze forse un po spartane, certo non più di quelle di un albergo a due stelle. Ma qui siamo in Cina. E i ct azzurri, che hanno storto il naso davanti alle scomodità, hanno dovuto farsene una ragione. I cinesi, anche se dormono in stanze rustiche, vincono ugualmente le medaglie doro. Da questa università, fondata nel 1953, una delle prime cento del Paese, ai giochi di Atene ne sono uscite sette. Una bella scrematura sui circa 12.000 atleti, fra studenti, master e altamente specializzati, che crescono in questo giardino dello sport sul quale vigila, allingresso, limponente statua di Mao.
Santuario. E, come tutti i santuari, non facilmente frequentabile. Ma il buon lavoro organizzativo del Coni ha già portato i primi risultati. Dopo un accordo di collaborazione, firmato nel dicembre del 2005 in occasione di una visita di Ciampi, ieri sono stati raccolti alcuni frutti: un gruppo di 130 atleti sarà ospitato nellimminenza dellOlimpiade, diciamo dal 24 luglio (i Giochi cominceranno l8 agosto 2008) per lavorare fianco a fianco con i cinesi e le altre (per ora nessuna) nazioni che vi avranno accesso. Sarà una sorta di acclimatamento fra i segreti dello sport cinese che non sono quelli delle ragazze frustate dallallenatore, comè successo di recente, o delleffetto doping che ancor tanto preoccupa il Cio. LItalia si porterà due cuochi, attrezzature che poi lascerà in dono allUniversità, avrà un presidio. «Tutto per aiutare gli atleti a mantenere i livelli raggiunti nelle ultime edizioni dei Giochi», ha spiegato Raffaele Pagnozzi, capo delegazione della comitiva.
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