«Lanomalia» della presidenza della commissione di Vigilanza Rai «deve cessare: io auspico che il senatore Villari proceda alle dimissioni», ha detto il presidente della Camera. «La presidenza della Vigilanza - ha spiegato - viene per prassi assegnata a un rappresentante di gruppi dellopposizione e oggi, anche per sua scelta con il passaggio al gruppo misto, il senatore Villari non ne fa più parte». Se non si dimetterà, quindi, «non resterebbe che la revoca del suo mandato».
Parole dure. Che lex esponente del Pd eletto al vertice della vigilanza Rai con i voti del centrodestra dopo mesi di stallo, ha preso sul serio. «Non sono indifferente alle sollecitazioni. Rifletterò profondamente». Il conto alla rovescia è iniziato. E lo si capisce dallannuncio che Renato Schifani ha fatto nellinedito «tour» dei palazzi del Senato per fare gli auguri a tutti gli 800 dipendenti della camera alta. «Lunedì - ha annunciato il presidente del Senato - la giunta per il regolamento di Palazzo Madama aprirà listruttoria» su Villari. «Nomineremo il relatore, la giunta studierà il caso e si riprenderà dopo la pausa natalizia con altre sedute». Ci sono i presupposti per un«eventuale» revoca, come aveva anticipato lo stesso Schifani. E la strada imboccata dai vertici del Parlamento sembrano portare proprio a questo, sempre che Villari non si dimetta spontaneamente.
Un esito che farebbe comodo soprattutto al centrosinistra. Che infatti ieri ha accolto gli ultimatum di Schifani e Fini con favore.
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