Alberto Toscano
da Parigi
Un sindacalista in coma, una nuova giornata di manifestazioni, tante riunioni e un governo in grave difficoltà. Questo il quadro della crisi francese provocata dal «Contrat première embauche», Cpe, sigla che indica il contratto di prima assunzione per i giovani d'età inferiore ai 26 anni. L'uomo in coma si chiama Cyrill, ha 39 anni ed è membro del sindacato Sud Ptt. Secondo quest'ultimo, sarebbe stato colpito da una carica «estremamente violenta» delle forze dell'ordine sabato sera, colpito alle spalle mentre s'era seduto per riposare alla Place de la Nation, a Parigi, dopo la fine della manifestazione contro il Cpe. Una tesi che Alliance, il sindacato dei poliziotti, definisce «scandalosa».
Ieri sono continuate in tutta la Francia le manifestazioni studentesche anti-Cpe. Le università bloccate sono sempre una cinquantina su 84, ma in alcune città ci sono state anche contro-manifestazioni di giovani che vogliono riprendere i corsi. Oggi sono previsti altri cortei e per giovedì è stata indetta una giornata di protesta in licei e università.
Ma la vera giornata di mobilitazione del fronte anti-Cpe verrà martedì 28 marzo. Lo hanno deciso insieme le organizzazioni sindacali e studentesche. Avevano lanciato un ultimatum: ritiro del Cpe entro ieri o manifestazioni a valanga. Il ritiro non c'è stato e ora si aspetta la «valanga». Il sindacato filocomunista Cgt s'è presentato alla riunione con la parola d'ordine dello «sciopero generale», ma è stato tirato per la giacca dalla Cfdt (una sorta di Cisl francese), che trovava avventurista questa scelta.
Alla fine si è deciso che il 28 marzo si bloccheranno completamente le scuole (anche per lo sciopero degli insegnanti) e che ci saranno altre non meglio precisate «astensioni dal lavoro». Sempre che prima il governo non faccia marcia indietro. Il premier Villepin, in grave difficoltà, ha passato la giornata in continue riunioni per far credere d'essere disposto al dialogo. Ha incontrato prima un gruppo di imprenditori e poi qualche studente ben selezionato. Peccato che proprio lui abbia fatto approvare dal Parlamento la legge sul Cpe senza l'ombra d'un dialogo sociale. Adesso ha deciso - pur senza averlo ancora detto pubblicamente - di modificare in modo sostanziale le norme sul Cpe, circostanza che imporrà una nuova discussione di Senato e Assemblea nazionale. Il presidente Chirac, intervenuto ieri per chiedere il «dialogo», spinge Villepin a trovare una soluzione.
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