È un piacere sentirli: così uniti, solidali, concordi. Il sindaco Marta Vincenzi, il presidente della Regione Claudio Burlando e il capo della Provincia Alessandro Repetto, davanti alle telecamere parlano a una voce sola, si sorridono a vicenda, e si scambiano pacche sulle spalle (che però somigliano più a mazzate che a effusioni affettuose). A dividerli, i tre, ci riesce solo (?) la questione del Terzo valico, che è una specie di flusso e riflusso marino. Da 110 anni, o poco più. Ieri mattina, ad esempio, è arrivato il flusso, sotto forma di notizia di stampa che parlava di bocciatura, da parte dellUnione europea, del finanziamento allinfrastruttura più chiacchierata e meno realizzata del mondo. Dopo pranzo, è la volta del «riflusso», corredato dalla smentita dellUe e dalla protesta dei tre amministratori pubblici. Che cominciano cantando in coro, alla grande: «Il Terzo valico è fondamentale non solo per Genova e la Liguria, ma per lintero Paese. Bisogna intervenire a Roma e a Bruxelles. Scriviamo a Prodi. Facciamoci sentire nelle sedi che contano» e via di questa musica. Poi vengono fuori i «distinguo». Mica da poco. Il sindaco fa la parte del poliziotto cattivo e spara a zero contro i commissari e i tecnici dellUe: «Se non arrivano i soldi, significa che cè qualcuno, in qualche Paese, che rema contro. È un segnale gravissimo su cui riflettere. Guai a far cadere la tensione. Chiederemo un appuntamento al presidente del Consiglio».
Burlando, invece, interpreta il poliziotto buono. O meglio: il pompiere. Tipo: «Se arrivano i soldi dallEuropa bene, altrimenti usiamo i finanziamenti dellextragettito portuale, cioè i fondi che derivano dal surplus annuale del movimento dei porti liguri e che la legge Finanziaria ci consente di utilizzare». Interviene Marta: «Burlando in un certo senso ha ragione. Però vorrei spiegargli che il Terzo valico, fatto come dice lui, e ammesso che si faccia, sarebbe uninfrastruttura di carattere locale, mentre dobbiamo far prevalere lidea che si tratta di unopera inserita a pieno titolo in ambito europeo, nei corridoi di traffico internazionali». E infine, per chi, come il vicino di tavolo, non avesse capito: «Non è - tuona il sindaco - un problema di soldi, ma di sistema!». Riattacca Burlando: «Se il governo non avesse voluto il Terzo valico non avrebbe inserito lextragettito in Finanziaria». Contrattacca Marta: «Nel governo non cè ancora il riconoscimento della centralità del porto di Genova».
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