(...) attaccando a testa bassa lesecutivo e ricordando che lei già giovedì scorso durante il consiglio comunale si è tolta la fascia da sindaco ed è decisa «a non indossarla più fino a quando da Roma non cambieranno qualcosa. Ammesso che qualcosa vogliano fare per cambiare. La mia è una chiamata della città alla Resistenza» ha tuonato il primo cittadino usando unaltra frase ad effetto che scimmiotta quella dipietresca che aveva incassato anche la censura del Pd, partito (almeno per ora) di cui è aderente Marta.
Il sindaco va per la sua strada scaricando ogni responsabilità sul degrado cittadino a scelte sbagliate fatte a livello nazionale: dal taglio dei fondi ai Comuni, ad un minor numero di presenze di forze dellordine a presidio del territorio (ma non era lei che rifiutava lidea degli alpini a vigilare nel centro storico?), salvo prendersi i meriti perché tra il 2008 ed il 2010 la sicurezza in città era andata migliorando: «Siamo stati bravi ad autoprodurre sicurezza - spiega il sindaco -. Ma nel 2011 siamo sprofondati nel baratro. Questanno è una patologia, parliamo di uno scenario che prima non esisteva. Ci sono responsabilità a tutti i livelli ma una delle cause è il taglio delle risorse alle forze dellordine, e per il 2012 avremo anche molti meno vigili per strada perché non saremo in grado di pagare gli straordinari». «Chiamiamo tutti - è il suo appello - al tavolo del patto per le città per costruire un bilancio 2012 che, a fronte delle difficoltà, possa portare anche la speranza di farcela» invitando ad un incontro tra il costruttivo e la protesta che Vincenzi vorrebbe svolgere tra una decina di giorni con le forze sociali.
Ma lattenzione del sindaco si sposta sulle cause di un fenomeno dilagante: «Non si tratta solo dellaumento della presenza dei profughi in città, qui bisogna capire se dietro certe forme di crimine cè la criminalità organizzata. Non si può intervenire solo sul pusher di turno che è lanello debole della catena, ma colpire chi cè dietro, chi lo coordina».
Vincenzi: «Lallarme sicurezza è tutta colpa del governo»
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