(...) «Costa è un ipocrita e un falso moralista perché un anno e mezzo fa, poco prima delle elezioni politiche, con la legge sui Servizi Sociali ha di fatto posto lui la questione facendo approvare un testo che riconosce i diritti alle coppie di fatto. Così ha fatto perdere alla Margherita almeno il 2 per cento dei consensi a favore dellUdc» si sfoga Monteleone in una saletta del nuovo consiglio regionale. Ricorda «le riunioni, anche con rappresentanti della curia», aggiunge che «Costa e la Vincenzi farebbero bene ad attenersi alla legge in vigore e a evitare campagne propagandistiche che in questo momento sono inutili e dannose». E conclude: «Dei danni dei cattocomunisti siamo veramente stufi».
Costa, ignaro dellaccaduto, è nella saletta a fianco. Una collaboratrice lo informa delle dichiarazioni di fuoco del compagno di (ex)partito, la Margherita. «È un povero imbe...» si lascia scappare prima di essere accerchiato dai cronisti. «Quelle di Monteleone sono frasi che non meritano commento - dice poi sorpreso - Se la cosa avrà conseguenze in Regione? Non lo so, lo ripeto, non merita risposte».
Pochi minuti dopo, i due si ritrovano vicini, in aula. Costa passeggia nervosamente, passa vicino a Monteleone e gli dice qualcosa. Poi si sfoga con Claudio Gustavino, capogruppo dellUlivo. Monteleone non si scompone più tanto. «Costa non mi può minacciare in aula - precisa subito - Resto nel gruppo dellUlivo nel rispetto dellimpegno preso con gli elettori, ma non entrerò nel Pd». Rivolge altre critiche a Costa sulla gestione dei Servizi sociali: «Farebbe bene a occuparsi in modo meno personalistico di queste cose e ad aprire una discussione. Alla Vincenzi, poi, vorrei dire che esistono emergenze più gravi a Genova del registro delle coppie di fatto. La sua è stata unuscita inopportuna». Normale, a questo punto, chiedersi se Monteleone stia lasciando la maggioranza. «Sono da sempre un dianiano di ferro - sorride lui - Aspetto di vedere cosa farà Lamberto, fra pochi giorni saprete dove andrò».
«Dice la verità, noi di An votammo no alla legge di Costa per quel motivo» dice Gianni Plinio. Nel centrodestra, alla notizia, sono in molti a sorridere, immaginando che presto Monteleone abbandonerà la maggioranza. Burlando può governare anche senza il suo voto. Resta la spaccatura, però, nel Pd. «È lennesima dimostrazione di quanto tutto il centrosinistra sia lacerato» dice Alessio Saso di An. «Abbiamo presentato uninterrogazione per sapere se Burlando vuole continuare a garantire le priorità per la famiglia fondata sul matrimonio come previsto dalla Costituzione, pur assicurando i diritti universalmente garantiti a tutti i cittadini» attacca Luigi Morgillo di Forza Italia. «Monteleone o Costa? Non sto con nessuno dei due - dice Cristina Morelli dei Verdi - Non si usano i diritti per scontri di partito».
Costa è a pochi passi, ancora arrabbiato.
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