La Vincenzi mette alla prova il Pd: «Questo partito o cambia o muore»

Alla specifica domanda se domani voterà Marco Doria, la sindaco proprio non ce la fa a dire che starà col marchese rosso. Si limita a spiegare che «voterò Pd e quindi metterò il partito alla prova per l’ultima volta tra le amministrative e le politiche del 2013, o il partito cambia o si muore e lo saluto, basterebbe fare come Hollande». Marta Vincenzi ieri ha presentato l’ultima riunione di giunta, quella dove si è discusso anche il consuntivo dei danni e le somme urgenze erogate per l’alluvione. Doveva essere l’occasione per uno «spot» gratuito per il centrosinistra. Invece, è stato l’ultimatum della preside della Valpolcevera al compagno Bersani e ai «capipopolo» del Pd genovese, come l’assessore Mario Margini che ha lanciato una stoccata al premier. «Il governo Berlusconi è stato più sensibile del governo Monti nelle ultime due alluvioni che hanno colpito Genova». «Nell’ultimo giorno a Tursi - ha spiegato Vincenzi - mi sento come il primo giorno dopo aver finito gli esami della maturità, quando una si sente così forte da fare qualsiasi scelta». Poi la «scivolata» sulle poltrone che l’attendono. Come se ad un sindaco, peraltro bocciato clamorosamente alle primarie, fossero dovute altre poltrone: «Mi hanno offerto quattro o cinque posti da presidente in vari enti - continua Vincenzi - troppa roba. Voglio continuare a fare politica. Vorrei che lo spirito del Pd fosse uguale a quello dei Mille. Se il Pd fallisce la prova ci saluteremo, ma spero che non fallisca. Bisogna che si riesca ad essere meno afasici e spiegare che cosa si vuole fare. Altrimenti occorre chiedere scusa e buttare via la chiave dei partiti. Noi ci proviamo un’altra volta. Non sono come il rottamatore Matteo Renzi, anche se il sindaco di Firenze spesso ha ragione. Più che qualche rammarico, come sindaco credo di avere avuto sfortuna. Tra le alluvioni, la peggiore crisi economica dal dopoguerra e lo sfascio dei partiti, peggio di così non poteva andare».


Mercoledì, in piena campagna elettorale per il probabile ballottaggio, la donna del Pd andrà ad Istanbul per cinque giorni «con il volo diretto Genova-Istanbul e la vacanza pagata da mio marito, per la quale conserverò tutti i ticket e le ricevute di pagamento. Non si sa mai».

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