Il «vincolo» salva teatro Nuovo e garage Traversi

Sotto tutela la sala di piazza San Babila. Stessa sorte dovrebbe toccare anche alla struttura di via Bagutta. La decisione dopo il sopralluogo con il sottosegretario ai Beni Culturali

Marta Bravi

La parola fine scorre sullo schermo di un film che ha appassionato i milanesi, ma non solo, in questi primi mesi autunnali. Titolo del giallo, lo sfratto del teatro Nuovo di piazza San Babila destinato a diventare una palazzina come tante altre in centro, con uffici, appartamenti e negozi. Da ieri non sarà più così. Il sovrintendente per i Beni architettoni Alberto Artioli ha vincolato l’edificio e gli arredi. «Un fatto storico» commenta soddisfatto l’assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi.
«Conosciuto anche come edificio del Toro - spiega Artioli - è l’architettura più pregevole della piazza. Risale al ’37 su progetto degli architetti Lancia e Merenghi. Insomma, ci sono tutte le condizioni per mettere un vincolo all’edificio e proteggerlo per sempre». Seduti nella sala riunioni dell’assessorato alla Cultura ci sono tutti tutti: il «padrone di casa» Sgarbi, il sottosegretario ai Beni Culturali Danielle Mazzonis, la direttrice regionale per i beni culturali Carla di Francesco, il sovrintendente per i Beni Architettonici Alberto Artioli, l’assessore alle attività produttive Tiziana Maiolo, la direttrice del teatro Nuovo Gemma Ghizzo.
Dopo la riunione si parte per il tour, prima tappa il garage Traversi. Il garage di via Bagutta, inutilizzato da un paio d’anni, del Gruppo Aedes in comproprietà con l’imprenditore Luigi Zunino era destinato, fino a ieri, a diventare un enorme negozio multimarca per le grandi firme della moda. Dopo il sopralluogo la decisione risolutiva, questa volta da parte del direttore regionale Carla Di Francesco: «Apriremo immediatamente la procedura di vincolo anche per questa struttura», dichiara. Tempo utile? Un mese e anche questo pezzo di storia meneghina sarà tutelato per sempre. Anche questo edificio, infatti, risale agli anni ’30 e «rappresenta un esempio mirabile di architettura razionalista - spiega la Di Francesco -. Non solo, anche la sua struttura è particolare perché è uno dei primi edifici a Milano in cemento armato. Il garage è stato anche oggetto di tesi di laurea degli studenti del Politecnico, che hanno anche studiato possibili riutilizzi o recuperi della struttura». Il vincolo monumentale, infatti, fatto sia per il garage che per il teatro protegge solo l’edificio, non interferendo con la destinazione d’uso, tipo di vincolo che non esiste. «Dato che Milano e il centro in particolare sono pieni di “buchi” - osserva Carla di Francesco - per costruire box sotterranei, in primis in piazza Meda, perché allora non si mantiene la funzione di garage del Traversi?». Non la pensa così Vittorio Sgarbi, che per il garage di via Bagutta aveva progetti più ambiziosi: «Un garage al Traversi? No, un museo di arte contemporanea. Intanto mettiamo il vincolo». Presto fatto.
Così come è stato chiuso il capitolo del Nuovo, almeno per quanto riguarda la «voce» edificio e arredi interni. Lo sfratto continua a pendere come una spada di Damocle sulla testa della direttrice Gemma Ghizzo, che dovrebbe andarsene a metà giugno.

Soddisfatta il sottosegretario Mazzonis, in visita per occuparsi di problemi arrivati sul suo tavolo a Roma direttamente da Milano: «Si va nel caso del teatro Nuovo come del garage Traversi nella direzione chiesta a gran voce in queste settimane dalla cittadinanza». Preoccupato per la sorte del teatro Maurizio Cadeo, assessore all’Arredo Urbano: «Un vincolo su un teatro morto non salva la tradizione meneghina. Adesso occorre occuparsi dell’attività del teatro».

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