Buxelles - La Commissione europea ha richiesto informazioni alle autorità italiane sulla presunta sofisticazione con sostanze chimiche del vino messo in commercio da una ventina di aziende, secondo quanto pubblicato sull’ultimo numero de L’Espresso in edicola oggi. Lo ha riferito la portavoce del commissario Ue alla Saluta Andreu Vassiliou, Nina Papadoulaki. "Abbiamo chiesto delle informazioni alle autorità italiane - ha detto la portavoce - dopo aver letto gli articoli sul quotidiano La Repubblica". Una notifica da parte dell’Italia, ha spiegato Papadoulaki, è prevista in questi casi in base alle regole del sistema di allerta rapido europeo sulla pericolosità degli alimenti.
Le autorità italiane: nessun rischio Immediata la risposta italiana: si esclude qualsiasi rischio per la salute e che le sofisticazioni riscontrate dalle indagini rientrano nelle pratiche enologiche consentite. Lo ha riferito il portavoce della rappresentanza italiana a Bruxelles Manuel Jacoangeli.
Gli agricoltori: il vino italiano è buono "Il vino italiano è buono, sano e di qualità. Il comportamento di isolati criminali, che vanno duramente colpiti, non può minimamente incrinare l’immagine di un settore che in questi anni ha fatto eccezionali passi avanti sotto il profilo qualitativo e dell’eccellenza, ottenendo riconoscimenti straordinari in tutto il mondo". A sostenerlo è il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi il quale ha rilevato che bisogna evitare facili speculazioni e allarmismi infondati che provocano solo psicosi tra i consumatori e penalizzano gli onesti produttori vitivinicoli che sono la stragrande maggioranza.
"Dalla vicenda del metanolo - aggiunge Politi - sono passati più di venti anni e in questo periodo il settore vitivinicolo italiano ha compiuto una radicale trasformazione, grazie all’impegno dei produttori. E oggi si può parlare di pieno riscatto della qualità".
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