Roma - C’è chi la chiama «Operazione Pravda». Chi evoca il Minculpop. Chi, più morbidamente, la definisce come il tentativo di «dettare la linea», ovvero fornire una lezione preventiva su come vanno raccontate le notizie di cronaca nera sui telegiornali italiani in modo da far loro assumere sfumature rosa. Un’ambizione già coltivata dal Comune di Roma attraverso il corso - documentato da il Giornale due giorni fa - per il miglioramento della «capacità dei giornalisti di informare i cittadini evitando la diffusione di allarmismo e paura tra la gente.
Questa volta a porre l’insinuante quesito - «L’informazione è uno dei fattori che accresce il senso di insicurezza dei cittadini?» - è il presidente dalla commissione Affari Costituzionali della Camera, Luciano Violante, regista dell’originale «indagine conoscitiva». Una domanda - molto simile nella sua formulazione a una tesi precostituita - che i direttori di Tg e reti tv rispediscono con robuste pedate verbali nel campo dell’ex magistrato.
La scena, per come si presenta, ha contorni kafkiani, con 23 dirigenti e giornalisti seduti attorno a un tavolo per una sorta di seduta di autocoscienza e, magari, per un generale esercizio di contrizione. Ci sono proprio tutti, con la sola eccezione di Gianni Riotta, a rappresentare RaiUno, RaiDue, RaiTre, Tg1, Tg2, Tg3, Mediaset, Canale 5, Retequattro, Italia 1, Tg5, Studio Aperto, Tg4, Rainews24, La7, SkyTg24. Un parterre extra large di operatori dell’informazione che, stupito e un po’ indignato, si strappa di dosso l’abito dell’imputato. «Convocare i direttori per dimostrare che le news contribuiscono al senso di insicurezza ci farà scendere in un’altra classifica: quella della libertà di stampa» dice Clemente Mimun (Tg5). «Tocca alle istituzioni diffondere il senso di sicurezza» controbatte Emilio Carelli (SkyTg24). Provocatorio Antonio Di Bella (Tg3): «L’ultima cosa che vorrei è che fra un anno venissimo convocati per sentirci dire: bravi, il crimine è aumentato ma la percezione è diminuita». E Giorgio Mulè (Studio Aperto): «Violante, scusi, perché non convoca anche il Papa?». «Più c’è cronaca e più c’è libertà», ammonisce Mauro Crippa, direttore informazione Mediaset. E ancora: Corradino Mineo (Rainews 24), «dovremmo fare più cronaca, non meno». Violante, annusato il clima, cerca di gettare acqua sul fuoco.
«Se non vi avessimo ascoltati, avremmo concluso che l’informazione è uno dei fattori che generano insicurezza: ora stiamo capendo che non è così». Ma Maurizio Gasparri (An) e Jole Santelli (Fi), replicano: «Ci è apparso inopportuno il messaggio subliminale inviato a chi dirige Tv e Tg. Diciamo no a questi tentativi di imbonimento».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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