Violante e Letta nuovi sponsor dell’ammucchiata con Gianfranco

«L’ipotesi di una coalizione elettorale anti-Berlusconi che vada dal Pd ai finiani è senz’altro plausibile». E così, dopo Bersani e la Bindi, anche Luciano Violante diventa sponsor dell’ammucchiata anti-Cav tra il Pd e Gianfranco Fini. Ma da buon politico esperto l’ex presidente della Camera ha sottolineato ieri che lui comunque non intende mettere «il carro davanti ai buoi. Bisogna prima vedere con lucidità cosa succederà in autunno, vedere che fine faranno questi quattro punti programmatici da proporre al centrodestra. E poi Berlusconi non decide certo da solo».
Frasi che precedono le dichiarazioni di Enrico Letta: «Fini e Casini possono essere più o meno simpatici ma in questo momento sono essenziali per liberarci di Berlusconi», ha detto al Tg3 il vicesegretario Pd. La differenza rispetto al Lodo Violante è che però «non ci sarà una coalizione da Nichi Vendola a Gianfranco Fini», o meglio, non è ancora detto: «No, dovremo vedere. Ma di certo il Pd - ha aggiunto a SkyTg24 - è il partito che più di tutti ha sulle spalle la responsabilità - sottolinea il vicesegretario - di costruire il fronte per battere Berlusconi».
Insomma, il solito copione già visto con l’Unione nel 2006: sfruttare le debolezze interne al centrodestra (allora il cavallo di Troia fu Marco Follini...), provare a costruire una grande ammucchiata la cui somma algebrica sia capace di sfondare quota 50% per poi mettersi politicamente d’accordo dopo. Le alchimie in casa democratica nascoste dietro le parole dei due big sono piuttosto semplici: puntare a una nuova legge elettorale in caso di elezioni anticipate, visto che con l’attuale Porcellum chi prende uno zero virgola più dell’avversario fa il colpo grosso alla Camera con il premio di maggioranza, mentre al Senato servirà superare quota 8% su base regionale.

Al momento i sondaggi per la Grosse Koalitione in salsa finiana, anche i più generosi, sono ben lontani dall’obiettivo. Incassata la legge, sottolinea infatti Violante, poi la palla passerebbe «al presidente della Repubblica».

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