«Violata la graduatoria per le case dell’Ater»

Case popolari che si liberavano e che venivano assegnate non tenendo conto della graduatoria per evitare occupazioni abusive. È quanto è emerso nell’udienza davanti al giudice dell’udienza preliminare alla quale erano presenti gli imputati Federico Bardanzellu, ex direttore dell’Ufficio per le Politiche abitative del Comune capitolino e i dirigenti Pierberardo De Felicis e Costantino Stellato che l’11 maggio scorso li ha prosciolti dopo che erano stati coinvolti in un’inchiesta su presunte irregolarità nelle assegnazioni delle case dell’Ater. «Ogni giorno - si legge nella sentenza - si liberavano tre o quattro alloggi e l’assegnazione doveva essere fatta in tempi brevissimi per evitare che l’alloggio appena liberato fosse nuovamente occupato abusivamente». Gli stessi difensori degli imputati «hanno documentato - scrive il gup Barbara Callari nella sentenza - che l’ordine previsto dalla graduatoria fosse costantemente violato» e che «i beneficiari dell’assegnazione erano tutti ben oltre le prime posizioni», anche se questo non era altro «che un effetto secondario del perseguimento dell’interesse pubblico primario a garantire un’abitazione a soggetti indigenti». L’inchiesta era stata avviata dopo la denuncia presentata dall’ex direttore dell’ufficio politiche abitative Raffaele Marra, quando ancora rivestiva quella carica.

«La pubblicazione della sentenza relativa all’inchiesta su assegnazioni irregolari di alloggi popolari, effettuate con modalità a dir poco singolari e arbitrarie dalla passata amministrazione, offre un quadro che conferma l’ottima azione di ripristino della legalità svolta dal direttore dell’Ufficio politiche abitative, Raffaele Marra», ha commentato Alfredo Antoniozzi, assessore al Patrimonio e Politiche abitative del Comune. «Dalla lettura della sentenza resta l’amarezza nel dover constatare che centinaia di cittadini non hanno ottenuto gli alloggi di cui avevano diritto, a favore di altri più fortunati o forse più furbi».

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