da Milano
Per fortuna doveva essere una campagna elettorale dai toni «morbidi». E invece continui episodi di violenza, non solo verbale, stanno segnando ogni giorno le piazze dItalia, alla faccia degli appelli alla moderazione. Così, quando gli insulti non bastano, si passa alle mani senza tanti complimenti, con un bellamen per la bistrattata libertà di parola. Peccato però che, a buscarle, sono perlopiù quelli di una parte sola: Pdl e dintorni. Prove? Quante ne volete. A cominciare dal povero Giuliano Ferrara il quale, forse perché bersaglio facile da individuare (e da colpire), non fa in tempo a entrare in un teatro o a salire su un palco che finisce in rissa. È successo anche laltra sera a Milano, quando lanci di prezzemolo e grida non proprio amichevoli «vergogna» e «assassini» hanno accolto leader e simpatizzanti della lista pro-life, alluscita del comizio al centro congressi Rosetum. Non contenti, una cinquantina di contestatori, tra sputi e spintoni contro la polizia, hanno cercato di intercettare il direttore del Foglio. E a quel punto, giù una raffica di uova contro il candidato premier. Intanto a Bologna, che aveva già provveduto a dare il benvenuto a Ferrara due giorni prima, in una piazza Maggiore altrettanto blindata teneva il suo discorso Stefano Morselli della Destra. Finito il comizio, un militante del partito è stato circondato e malmenato da otto avversari, che lhanno conciato per le feste. Mezzora più tardi, alla periferia della città, un altro esponente del movimento di Daniela Santanchè ha passato il suo brutto quarto dora a suon di sberle grazie al pronto intervento di tre sconosciuti. Ieri, stesso copione. Infatti, in mattinata a Mantova, al direttore del Foglio non è andata molto meglio del giorno prima: in piazza Bazzani è stato contestato duramente da una trentina di aderenti a un collettivo femminista locale e a circoli della sinistra antagonista, tra schiere di poliziotti e carabinieri. Più o meno alla stessa ora, a qualche centinaio di chilometri di distanza, in quel di Fivizzano (Massa Carrara), paese natale del coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi, ignoti hanno dato fuoco al gazebo del Popolo della libertà prima del suo arrivo.
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