Peggio di così, l’avventura milanese di Amantino Mancini non poteva finire. L’addio alla maglia dell’Inter, dato a malincuore all’inizio di quest’anno per tornare a giocare in Brasile, nelle fila dell’Atletico Mineiro, era già stato un addio malinconico, dopo tre stagioni in cui il giovanotto non era riuscito a trovare un posto in squadra nè sotto Mourinho, nè sotto Benitez, nè sotto il suo connazionale Leonardo. Ma ora si scopre che - mentre ciondolava tra panchina e tribuna - Amantino si concedeva una vita assai più vivace nelle notti milanesi. In compagnia di altri calciatori della colonia brasiliana, il centrocampista di Belo Horizonte sfogava nelle feste gli ardori che in campo non riusciva ad esibire. Fino a mettersi nei guai: con una denuncia per percosse e violenza sessuale, spiccata nei suoi confronti da parte di una giovane donna. Nei giorni scorsi, la Procura della Repubblica ha annunciato ai legali di Mancini la chiusura delle indagini preliminari, che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio.
Della passione di Mancini per la bella vita i vertici dell’Inter si erano dovuti accorgere strada facendo, dopo l’arrivo del giocatore dalla Roma accompagnato da grandi speranze. E un po’ per volta lo staff nerazzurro si era convinto che tra lo scarso rendimento del giovanotto e le sue abitudini notturne ci fosse un legame abbastanza stretto. Proprio questa convinzione ha portato l’Inter a concludere il prima possibile il rapporto di lavoro con il calciatore, accettando la prima offerta concreta arrivata sul tavolo.
Mentre Mancini faceva le valigie e ritornava in patria, compiva gli ultimi passi l’inchiesta dei carabinieri sulla denuncia presentata nei suoi confronti. La presunta vittima sostiene di avere conosciuto Amantino durante una festa organizzata da un altro calciatore brasiliano, il milanista Ronaldinho, e di essersi poi spostata a casa insieme a lui. Di quanto accaduto poi la donna offre un ricordo confuso, anche perchè per sua stessa ammissione aveva bevuto parecchio. Lei e Mancini fanno l’amore, questo è sicuro. Ma la donna è netta su un punto: lei non voleva. E presenta ai carabinieri il referto che la mattina dopo le hanno stilato i medici della Mangiagalli.
Anche Mancini ammette che il rapporto vi fu, ma ne dà una ricostruzione totalmente diversa: la donna, dice, era consenziente.
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