New York - Era stato ricoverato in un istituto
pshichiatrici due anni fa Cho Seung-Hui, lo studente di origini
sudcoreane che lunedì in un raptus di follia omicida ha ucciso 32
persone nel campus del politecnico della Virginia, prima di
spararsi alla testa. Lo ha reso noto la polizia dello Stato.
Accuse di molestie a due studentesse Il
ricovero era scattato, dopo le accuse di importunio nei confronti
di due studentesse, tra il novembre e il dicembre del 2005.
Wendell Flinchum, il capo della polizia locale, ha detto, in una
conferenza stampa sull'eccidio, ha detto che un amico di Cho
aveva messo in guardia la polizia sulla presunta volontà del
ragazzo di suicidarsi. Dopo aver a lungo parlato con Cho, le
autorità decisero di riferirlo a uno psicologo. Dopo l'incontro
con quest'ultimo lo studente è stato ricoverato in una clinica
psichiatrica. Il timore era in questa circostanza che Cho potesse
farsi del male, mentre non sarebbe emerso in alcuna circostanza
che questi potesse essere pericoloso.
Il ricovero in clinica, anche se
suggerito dallo psicologo e su segnalazione della polizia, ha
avuto tuttavia formalmente un carattere "volontario". È un
elemento essenziale, questo, perché qualora l'ingresso in clinica
fosse stato forzato, la circostanza sarebbe emersa nel momento in
cui lo studente killer ha comprato la sua prima pistola. "Gli agenti temevano per le sue condizioni - ha spiegato il capo
della polizia di Blacksburg Wendell Flinchum - e gli hanno
chiesto di parlare a uno psicologo. E lui si è presentato
volontariamente alla centrale".
Al campus pensieri su tazebao e veglie notturne Un pennarello nero
per reagire, sfogarsi, cercare di dare un senso a giornate
segnate prima dal caos, poi dal silenzio che l'ha seguito. Su
otto giganteschi pannelli bianchi, installati sul prato centrale
del campus del Virginia Tech, gli studenti si passano il
pennarello per ricordare con qualche frase chi è morto, ma
soprattutto per esprimere una domanda semplice e nello stesso
tempo gigantesca: "Perché?".
Nel lento cammino verso una difficile normalità cominciato
nell'università nei boschi della Virginia, tre giorni dopo la
sparatoria costata la vita a 33 persone, i momenti comuni e i
memoriali stanno diventando i punti di riferimento, insieme ai
consultori che le autorità del campus hanno creato ormai in
ogni edificio del Virginia Tech. Le lezioni restano sospese fino
alla settimana prossima e un gran numero di studenti hanno
lasciato Blacksburg per alcuni giorni. Ma per chi resta, non
mancano le proposte, alcune particolarmente significative.
Martedì notte, sul gigantesco Drillfield, il prato centrale
del campus, migliaia di studenti, professori, familiari e
persone comuni si sono radunati ognuno con in mano una candela,
per una veglia organizzata dalle organizzazioni studentesche Hokies (il nome della mascotte del Virginia Tech e delle
squadre sportive del campus).
Nel silenzio di migliaia di candele, rotto solo dal rumore
degli scatti delle macchine fotografiche e dei telefonini, si
sono levati improvvisi e spontanei gli stessi canti che unirono
l'America dopo l'11 settembre 2001, come Amazing Grace,
mischiati agli inni di battaglia della squadra di football degli
Hokies.
La mattina dopo, il grande prato è trasformato in un
memoriale all'aperto. Mazzi di fiori di fronte a un monumento
non lontano da Norris Hall, il luogo della sparatoria
principale. Fasce granata e arancione - i colori degli Hokies -
avvolte intorno agli alberi. E poi i grandi pannelli con i
pennarelli neri a disposizione di chiunque voglia scrivere
qualcosa: come il 12 settembre 2001 a Union Square a Manhattan,
la piazza dove gli studenti cominciarono a far rinascere New
York con i loro tazebao carichi di dolore, domande e voglia di
ricominciare.