Atmosfera polemica, ieri pomeriggio, nella gremita aula magna del Liceo Visconti, durante lassemblea straordinaria convocata dai genitori degli studenti. Si cerca una soluzione alla disputa tra il liceo classico e il ministero dei Beni Culturali, che coabitano nel cinquecentesco complesso del Collegio Romano, opera di Bartolomeo Ammannati. Per la metà di giugno, alla chiusura della scuola, avranno infatti inizio i temuti lavori, commissionati dal ministero allarchitetto Paolo Rocchi, finalizzati alla ristrutturazione delledificio. Lavori che, di fatto, interverranno pesantemente sullarchitettura rinascimentale, limitando la funzionalità della scuola.
La sezione romana di Italia Nostra ha già approntato una lettera per lUnesco, in cui si chiede lintervento dellorganizzazione delle Nazioni Unite per impedire lo scempio del monumento patrimonio mondiale dellumanità - in quanto compreso nel centro storico di Roma - e per tutelarne il tradizionale uso scolastico. Il preside del Visconti, Rosario Salamone, ha già scritto con preoccupazione ai ministri Rutelli e Fioroni, e al sindaco Veltroni. Gli ultimi due non hanno ancora risposto. «Non sono contrario alla messa a norma degli impianti - dichiara Salamone - ma questo potrebbe avvenire anche senza stravolgere lidentità formale di un edificio destinato da più di 400 anni allistruzione dei giovani».
Venerdì scorso il ministro dei Beni Culturali Francesco Rutelli (tra laltro genitore di un ex-alunno del Visconti) aveva compiuto un sopralluogo, dimostrando disponibilità al dialogo. Qualche nervosismo deve comunque esserci stato, considerato che il capo di gabinetto del ministro, Gabriella Palmieri, il giorno dopo, è stata silurata e sostituita con il suo vice, Guido Improta. Nel contestato progetto dei lavori, si vorrebbe aprire un nuovo, più degno ingresso per il ministero sventrando il grande fornice destro della facciata principale; quel portone «finto» che gli studenti del Visconti ben conoscono per la goliardica tradizione secondo cui, salendone gli scalini, lo studente sarà fatalmente condannato alla bocciatura. Il portone murato, indicato nel progetto come manufatto da «riaprire», era stato invece originariamente concepito dallo stesso Ammannati come «portone finto» decorativo che riequilibrasse esteticamente lampliamento della fabbrica del Collegio Romano. Diversi disegni antichi confermano la cosa anche se, in una planimetria del 1840 fornita da Rocchi, il secondo portone risulterebbe aperto. Inoltre, nel progetto si prevede lo scavo di un sotterraneo di sicurezza, la cessione al ministero di una porzione del cortile dellala nord, lo sfondamento della volta cinquecentesca di unaula, la realizzazione di soppalchi metallici dentro le aule del piano-terra e lapertura di nuove finestre sulla facciata del cortile.
Come evidenzia Italia Nostra, le conseguenze dei lavori, potrebbero anche sottrarre al pubblico la fruizione di gran parte della piazza del Collegio Romano, a vantaggio delle scorte armate e delle auto blu ministeriali. Inoltre si teme che leffettiva inattuabilità di un così massiccio intervento renda poi possibile una requisizione dellintero edificio a vantaggio del ministero, sebbene il lascito delledificio da parte dei Gesuiti allo Stato italiano, nel 1873, fosse stato espressamente vincolato al proseguimento della sua utilizzazione scolastica.
Il ministro Rutelli, per bocca del nuovo capo di gabinetto, Improta, ha espresso allassemblea di istituto la volontà di collaborare con un comitato formato da genitori del Visconti scelti tra architetti, ingegneri e avvocati. Sulla stessa linea larchitetto Rocchi, dapprima duramente contestato, che ha dato piena disponibilità per cambiare i disegni in vista del progetto esecutivo.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.