Il visitatore modifica le opere in mostra con un clic

«Techne», fino al 26 febbraio, comprende lavori classici e un percorso interattivo

Igor Principe

Qualcuno penserà ad un feroce scherzo da parte della Provincia: uomini e donne rinchiusi nelle stanze dello Spazio Oberdan, vanamente impegnati nel tentativo di abbatterne le vetrine per guadagnarsi la libertà. Invece, quei reclusi rappresentano una delle opere della rassegna Techne 05, di stanza al suddetto spazio da oggi al 26 febbraio. Si intitola «Dove va tutta 'sta gente?», l'ha realizzata un gruppo di artisti riuniti sotto il nome di Studio Azzurro e sarà visibile solo col buio, poiché si tratta di una proiezione sulle vetrine che affacciano su via Vittorio Veneto. Promossa dalla stessa Provincia e curata da Romano Fattorossi, la rassegna offre uno spaccato di arte contemporanea andando però alle radici della creatività, molla che da sempre spinge gli artisti a valersi di ogni tecnica disponibile. Oggi ci si vale di tecnologia, e questa edizione di Techne (la terza, dal '99) la declina con un altro termine più che mai attuale: interattività. Inoltrandosi nel percorso espositivo come in una specie di tunnel delle meraviglie, il pubblico partecipa all'opera. Schiaccia pulsanti rossi e abbatte un muro per scoprire che, dietro il piatto candore dello stesso, si può immaginare uno spazio pieno di strumenti utili a costruire qualcosa (Demolizione, di Luiz Duva). Modifica il movimento di una danzatrice, accelerandolo o decelerandolo a seconda che si avvicini o meno allo schermo in cui lei si esibisce (Phases, del gruppo Agon). Gioca addirittura un incontro di sumo virtuale: un avversario in carne e ossa gli sta di fronte, con una mano i contendenti toccano il pulsante che muove la pedina, con l'altra si lasciano sfiorare i polpastrelli da un sensore che ne rileva lo stato emotivo. Vince chi è più calmo (m.otu - Virtual Sumo, di Mauro Canali). Non mancano le opere «classiche», cui si assiste in modo tradizionale. Tra tutte, Ascension, di Bill Viola, è tra quelle di punta, essendo il suo autore uno tra i videoartisti più celebrati al mondo. Che qui presenta una metafora del ciclo vita-morte: un corpo immerso nell'acqua, cullato da una nenia ipnotica e condotto verso un finale improvviso.
Techne 05 punta, nelle intenzioni dei promotori, a consolidare Milano come centro connesso alla vivace rete europea dell'arte contemporanea. I centri culturali che vi aderiscono ospitando nei propri spazi un'installazione ne sono testimonianza: si va dal francese allo svizzero, passando per l'Instituto Cervantes e per il Forum Austriaco di Cultura. Importantissimi - come per tutta l'arte, e a maggior ragione per la contemporanea - gli incontri di approfondimento: cominciano il 7 novembre allo spazio Oberdan e si concludono il 14 febbraio. Tema: l'arte nell'era della riproducibilità digitale.

Li curano Antonio Baronia, Enrico Livraghi e Simona Pezzano, autori del bel catalogo edito da Revolver (euro 20).

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