Visitazione della B.V.M.

Come narra l’evangelista Luca (1, 39-56), appena saputo dall’Angelo che la cugina Elisabetta era in avanzata gravidanza, conoscendo l’età ormai matura della parente, Maria si precipitò a portarle assistenza. Un viaggio disagevole di decine di chilometri, parte in montagna. Con frasario odierno, si direbbe che Maria intese subito il suo ruolo, dopo l'Annuncio, in modo dinamico, rimboccandosi le maniche e dandosi da fare per soccorrere gli altri. Com’è noto, Elisabetta riconobbe soprannaturalmente in lei la Vergine d’Israele, la madre del Messia. E lei esultò col Magnificat, nel quale profetizzò: «D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno Beata». Così, infatti, è stato e, se sommiamo cristiani a musulmani (che parimenti venerano Maria come Vergine e madre del Messia), otteniamo che mezza umanità ancora oggi la dice Beata. La scena della Visitazione, com’è noto, è stata riprodotta innumerevoli volte nell’arte. La festa di oggi venne introdotta nell’ordine francescano nel corso del capitolo generale del 1263, dietro richiesta del superiore s. Bonaventura. Nel 1389, al tempo del Grande Scisma d’Occidente, i papi concorrenti Bonifacio IX e Urbano VI la vollero nel calendario della Chiesa, come mezzo per ottenere l’intercessione della Madonna sulla grave crisi in atto. Nel secolo XVI s.

Pio V, il papa di Lepanto e del rosario, diede ulteriore risalto a questa festa, fissandola al 2 luglio. Solo nel 1969 venne anticipata al 31 maggio, per far meglio quadrare i conti rispetto al 25 marzo dell’Annunciazione e il 24 giugno della nascita di s. Giovanni Battista.

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