Visto da sinistra Il Pd ha bisogno di più Berlusconi

Caro Direttore, la scorsa settimana ha fatto una capatina in Liguria il buon Matteo Renzi, con la scusa della presentazione del suo libro. Una serata interessante in cui il Sindaco di Firenze ha mostrato una volta in più una grande capacità e organizzazione nel creare appeal mediatico intorno ad ogni sua iniziativa. Tutto era studiato nei particolari, dai video al suo discorso. Indubbiamente Renzi è il soggetto di centrosinistra che più assomiglia, nel porsi con l'uditorio, a Berlusconi.
È spigliato, ha la battuta pronta, è diretto nella comunicazione, riuscendo a far intendere al pubblico il suo messaggio. È un venditore di sogni anch'esso, con in più rispetto al Presidente del Consiglio, il vantaggio della novità (relativa) e dell'età. Ha anche una notevole, ulteriore atout: recentemente ho avuto la fortuna di partecipare ad un pranzo dove erano presenti alcuni tuoi famosi colleghi nazionali e tutti convenivano sul fatto che Renzi sia un soggetto mediaticamente interessante che si stacca nettamente dal panorama, invero un po' piatto, del centrosinistra. Come mi ha detto qualcuno «Sarà anche superficiale, ma almeno non mi annoia!». Tutto vero: è una potenziale risorsa mediatica. Il problema però è capire se e quanto sia anche una risorsa amministrativa. Consentimi una cattiveria da piccolo assessore: ma uno che è sempre in giro per l'Italia e per le televisioni per parlare di politica nazionale e presentare i propri libri, quando è che amministra Firenze? Detto ciò, onore al merito: indubbiamente è un tipo in gamba che sa come muoversi sul mercato della politica.
Piace quindi ai giornalisti, piace agli elettori di centrodestra, piace anche ai suoi elettori di centrosinistra. Non piace ai suoi avversari interni perché rompe gli schemi classici propri del confronto congressuale, puntando molto sull'opinione pubblica esterna al partito. È un vincente? Sino ad oggi ha avuto ragione lui.

Qual'è il maggior rischio che deve affrontare oggi? Per assurdo la possibile uscita di scena di Berlusconi. Se il Presidente del Consiglio lasciasse la politica questo comporterebbe uno scossone senza pari, visto che non ci sono esponenti del Pdl che abbiano le sue capacità di leadership e attitudini mediatiche. (...)

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