Una vita da incubo per le donne medico

Quasi la metà dichiara di aver subito molestie e 1 su 4 addirittura violenze. Denunciano i carichi di lavoro esagerati e l’assenza di opportunità di carriera. Ma resta l’amore per la professione

Una vita da incubo per le donne medico

È soddisfatta della propria professione, si sente apprezzata dai colleghi ma sul posto di lavoro subisce molestie di ogni genere, nella maggior parte dei casi da un superiore. È la dura vita delle donne medico in Italia. Uno spaccato impietoso emerso dall’indagine svolta sui camici rosa dall’Ordine dei medici della provincia di Roma. La conferma che, oltre alle ordinarie difficoltà che si incontrano nel corso della propria professione, a molte donne tocca un carico maggiore: l’offesa tout court o l’offerta sessuale in un caso su quattro.
La conferma arriva dalle 1.597 intervistate, un campione molto ampio, che rappresenta circa il 10% delle iscritte (15mila in tutto): il 46,4% dichiara di aver subito molestie in generale: dalle critiche immotivate (59,5%) alle scenate o sfuriate (58,8) fino a vere e proprie minacce (24,3%). Ma c’è un dato persino peggiore: il 4% confessa di aver subito violenze fisiche. Una percentuale davvero preoccupante se si pensa che tra le donne italiane il 2,1%, la metà, denuncia lo stesso trattamento.
Lavorare in condizioni disagevoli, essere demansionate oppure ostacolate nella carriera sono tutti elementi che favoriscono le molestie. Addirittura tra le «over 65» solo il 25% dichiara di non aver subito un qualche tipo di violenza. Nel 57,5% dei casi si tratta di episodi sporadici, nel 30,6% di casi ripetuti e nell'11,9% di episodi molto frequenti. Ad essere più spesso vittime sono soprattutto le donne dai 35 ai 54 anni, le nubili e le separate o divorziate. La gran parte delle molestie si verificano sul posto di lavoro. Non a caso sempre più spesso(41%) il molestatore è il datore di lavoro o un superiore. Seguono un estraneo (23,7%), un collega (25,4%), un amico (4,1%), compagni o fidanzati (3,2%). La ragione? Nel 27,9% dei casi il molestatore voleva attrarre l'attenzione della donna, mentre nel 20,6% voleva metterla in cattiva luce.
Così la carriera diventa una chimera anche per le donne medico, due terzi delle quali si sentono discriminate. Su una scala da zero a cento l’aspettativa di promozione percepita dalle donne medico è a quota 30 e il dato scende ancora di più fra le over 45. Una discriminazione che come in ogni altro ambito della professione femminile si ripercuote sugli stipendi. Quando è stata chiesta alle intervistate la ragione della disparità salariale tra uomini e donne, il 17,8% ha risposto che si tratta di incapacità delle donne a trattare questi aspetti del lavoro, mentre per il 34,1% si tratta di una caratteristica strutturale del mercato del lavoro. La rassegnazione, insomma, prevale anche in un mercato del lavoro altamente specializzato come quello dei camici rosa.
Pur dichiarandosi soddisfatta del proprio lavoro (60%) e apprezzata dai colleghi (85,5%), la donna medico si sente sovraccaricata di mansioni (54,4%), assorbita dalla professione, che resta la sua priorità ma che la costringe a trascurare gli amici e la cura di se stessa (55%), i divertimenti (18,6%), il rapporto di coppia (10%) e quello coi figli (5,5%).

Tutti fattori che rischiano di avere conseguenze anche sulla qualità del lavoro: «Gran parte dei risultati dell’indagine - sottolinea il presidente dell’Ordine dei medici di Roma, Mario Falconi - purtroppo dimostrano che era oltremodo opportuno esplorare il microcosmo delle donne medico, perché gli attacchi subiti alla qualità della prestazione professionale, all’immagine sociale, alla relazione sociale e le violenze fisiche si attestano su percentuali sensibilmente maggiori rispetto alle altre donne italiane».
Quasi impossibile, tra l’altro, sfogarsi col capo: il 15% confessa che il rapporto coi superiori è praticamente inesistente e il 31,9% che è solo di tipo indiretto o informale.

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