Vitali e un ladro improbabile

Roberto Piumini non è scrittore che ama le etichette e ancor meno i «temi». In poche parole, definizioni, generi e binari gli fanno venire l’orticaria. È stato quindi un impegno non da poco - confessa alla vigilia della sua performance di questa sera alla Basilica di Massenzio per «Letterature» - rispondere all’appello di Maria Ida Gaeta, curatrice del festival, che ha raccolto un nutrito gruppo di scrittori per parlare del «tema» di quest’anno dedicato alla luna (in occasione della prima passeggiata lunare dell’uomo che cadeva proprio 40 anni fa).
Insieme con il celebre autore di teatro e favole per bambini («ma non solo», tiene a precisare Piumini), ci sarà Andrea Vitali. Uno scrittore che oggi non ha bisogno di presentazioni. Il suo ultimo romanzo (Almeno il cappello, Garzanti) è ben esposto nelle vetrine di tutte le librerie italiane. I suoi titoli precedenti sono tradotti persino in Serbia e nei Paesi Bassi. E adesso il suo nome potrebbe essere tra i cinque che comporranno la cinquina del premio Strega. Vitali questa sera leggerà l’ennesimo racconto attinto da quell’inesauribile serbatoio rappresentato dalla vita di provincia. Della sua provincia. Quella Bellano (comune di poco più di tremila abitanti che si affaccia sulla riva orientale del lago di Como) ormai così familiare non solo ai lettori lombardi di Vitali ma anche ai suoi fan siciliani e toscani. Si intitola Furto di luna ed è la storia di un balordo di paese e delle tante difficoltà nelle quali viene a trovarsi sua moglie per nascondere al figlio le «marachelle» paterne. Vitali sarà accompagnato dal gruppo di rock etnico Sulutumana.
Piumini invece si avvarrà del contributo musicale del chitarrista romano Riccardo Manzi. L’autore bresciano, fra i più noti scrittori italiani di favole ma anche autore di 24 libri per adulti e fra gli ideatori e curatori di trasmissioni Rai come L’albero azzurro, ha giocato, come lui stesso dice, «su questa doppia natura di autore per bambini e non. «Proporrò una canzone dallo spettacolo Il mattino di zucchero che da anni porto con successo nelle scuole e poi l’elegia imprecatoria che s’intitola semplicemente La luna. È un testo poetico surrealistico, grottesco».
«Nasco poeta - spiega Piumini - e la poesia è parola. L’oralità di un poeta non è un difetto. Nel mondo anglosassone c’è meno distanza fra poeta e cantante. In Italia invece si considera l’oralità come qualcosa che rompe l’intimità della lettura solitaria».
Oltre ai libri per l’infanzia e alla sua produzione letteraria «per lettori adulti», Piumini si distingue anche come raffinato traduttore di autori tutt’altro che «facili» come Shakespeare, Milton e Plauto. E il teatro e la poesia orale rimangono senza dubbio i suoi campi privilegiati. «A differenza di uno scrittore tradizionale - racconta Piumini - che quando affronta la pagina scritta immagina un dialogo con il singolo lettere, io preferisco rivolgermi ai gruppi. Soprattutto di bambini. Ed è per questo che la mia “parola” si presta bene a essere ascoltata. In fin dei conti la mia vocazione ha un’origine lontana.

E risale ai lontani tempi della radio dove ho imparato a incantarmi con l’ascolto del racconto orale».
Inizio spettacolo ore 21. Ingresso Clivo di Venere Felice (Fori Imperiali). In caso di pioggia lo spettacolo si terrà al teatro Argentina.

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