Il quotidiano britannico The Independent, lo scorso anno laveva definita «vitamina delle meraviglie», riconoscendole un ruolo protettivo nei confronti di alcune malattie come il tumore del pancreas, la sclerosi multipla e lindebolimento delle ossa. La sostanza nutritiva in questione è la vitamina D o calciferolo, essenziale per lassorbimento del calcio e la salute delle ossa, insostituibile nella prevenzione e nella cura dellosteoporosi. Nella sola Europa si calcola che sono oltre 75 milioni le persone che hanno problemi di fragilità ossea. 4,7 milioni i sofferenti in Italia, di cui l80 per cento donne. Sono purtroppo molte le pazienti colpite da osteoporosi, soggette ad una carenza cronica di vitamina D: i risultati di uno studio internazionale, presentato nel corso di un recente congresso annuale di reumatologia, condotto su oltre 2.800 donne in Nord America e in 18 nazioni di Europa, Medio Oriente, Asia, America latina e Costa Pacifica, divise in due gruppi, mostrano che oltre la metà delle partecipanti allo studio (il 52 per cento di un gruppo e il 59 per cento allaltro), indipendentemente dalletà, dalla condizione sociale e dalla distribuzione geografica, hanno livelli insufficienti di vitamina D. Inoltre nel nostro Paese, unindagine condotta su oltre 700 italiane di età superiore ai 60 anni ha dimostrato che il 76 per cento ha bassi livelli di vitamina D.
«La vitamina D è importante perché favorisce lassorbimento del calcio, un minerale che, come è risaputo, è essenziale per mantenere le ossa forti e sane», spiega la dottoressa Maria Luisa Bianchi, segretario generale della Lega Italiana Osteoporosi (Lios). «Una persona giovane, che sta spesso allaria aperta, non ha problemi perché la luce solare provoca la sintesi della vitamina D nella pelle, nella quantità necessaria per mantenere la salute delle ossa. Le persone più avanti con gli anni tendono a uscire sempre meno, e sempre più coperte: il risultato è che le carenze di vitamina D sono frequenti, e questo è un forte elemento di rischio per l'osteoporosi, perché senza vitamina D non si può assorbire molto calcio nell'intestino». Con conseguenze di perdita di massa ossea e soprattutto un aumento del rischio di fratture. Secondo una recente meta-analisi di cinque studi clinici randomizzati, laggiunta di vitamina D tra 700 e 800 UI giornaliere (circa 5.600 UI a settimana) sembra ridurre il rischio di fratture fino al 26 per cento. Oggi vi è una nuova possibilità di cura. Si tratta del primo farmaco per il trattamento dellosteoporosi postmenopausale in pazienti che non sono in terapia con integratori di vitamina D.
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