Dipinta con grande e impetuoso realismo, addolcita da sarcasmo, tragicamente comica, la gente della Napoli dello Scugnizzo di Castellamare di Stabia torna a vivere sulle scene teatrali; da martedì al Teatro San Babila saranno Dalia Freudiani e Patrizio Rispo a dare voce al popolo di La Morte di Carnevale, la commedia comica che, per la regia di Salvatore Ceruti, racconta una storia di quotidianità partenopea osservata con la lente della farsa.
Come afferma Dalia Freudiani, che sulla scena veste i panni di Antonietta, si comprende come il testo appartenga ad un Viviani più maturo: «Si tratta di una commedia divertente, fondamentalmente differente da tutte le altre; anche se i soggetti sono sempre persone comuni, la plebe di Napoli, quella che vive in condizioni indigenti, questa storia, suddivisa in tre atti, pur drammatica, con espliciti rivolti amari, sfocia nella farsa».
La direttrice artistica della compagnia il Siparietto, impegnata nella messinscena de La Morte di Carnevale, da anni calca la scena dando voce a quellAntonietta, vedova di Carnevale e successivamente moglie del «disoccupato nato» Raffaele.
«Conosco talmente bene questa commedia - racconta Dalia Freudiani - che sono riuscita addirittura a scorgere dei piccoli difetti nellautore. Lo spettacolo mi appartiene e, tipicamente napoletana quale sono, ho con Viviani un rapporto morboso».
Siamo negli anni Trenta e a Napoli muore Pasquale Capozzi, soprannominato Carnevale, un vecchio usuraio, lercio e sgradevole, tanto, da lasciare gli eredi squattrinati, protagonisti di vicissitudini che accompagnano la spartizione della ricca eredità.
Al fianco di Dalia Freudiani, sarà Patrizio Rispo, conosciuto ai più come protagonista di «Un posto al sole», serial televisivo che sta per festeggiare la sua 2500ª puntata, a vestire gli abiti dellindolente Raffaele che si unirà i matrimonio con Antonietta.
«Per un attore - spiega Rispo - il mio personaggio è fonte di grosse soddisfazioni. Nei tre atti, come la commedia muta le atmosfere e gli umori, anche Raffaele cambia diventando cinico, cialtrone, drammatico, arrabbiato, triste, deluso e anche seduttivo».
Avvalendosi di una traduzione in italiano, che consente la perfetta comprensione della battute scritte da Viviani nel napoletano più arcaico, la compagnia rende omaggio ad un grande autore partenopeo. «Il limite di Viviani sta proprio nel fatto che ha sempre espresso la sua poetica attraverso un napoletano verace e quindi non comprensibile al di fuori della terra napoletana. Anche i suoi eredi, non intenzionati a tradire lautore, hanno preteso la fedeltà alla parola di Viviani, un pregio, ma al contempo anche un limite».
La morte di Carnevale
Teatro San Babila
dall8 gennaio al 3 febbraio
Orari: dal martedì al venerdì ore 21,
sabato ore 16 e 21, domenica 21
Ingresso: 30-16
Informazioni: tel 02795469
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.