La vittima e il killer sepolti vicini

da Como

Due colombari dello stesso cimitero, nella stessa parete. Si chiude così il giallo dell’Alto Lario che per due settimane, dal 14 novembre scorso, ha aperto la strada a tante ipotesi e invece si è risolto un omicidio-suicidio. Nel piccolo cimitero di Catasto di Garzeno (Como) ora riposano i corpi di Achille Martinoni e dell’ex moglie Adalgisa Montini da lui uccisa con un colpo di pistola alla tempia per poi portarla in quella baita abbandonata sul Monte Spluga dove si è tolto la vita e dove i due cadaveri sono stati trovati qualche giorno fa da una troupe televisiva. Per loro, su volere dei famigliari (soprattutto di lei), due distinti funerali: al mattino l’addio ad Adalgisa, al pomeriggio quello ad Achille. Una cerimonia alla quale la figlia non ha partecipato.
Una pioggerellina fitta ha accompagnato le due meste cerimonie seguite da molti abitanti della zona.

E non ha fatto alcuna distinzione, tra vittima e carnefice, don Alfredo Nicolardi che durante le due funzioni ha pronunciato la stessa omelia. Ma al pomeriggio si è notata l’assenza di Tania, la figlia quindicenne della coppia che al mattino, con scene di straziante disperazione, era presente accanto alla bara della mamma.

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