(...) sa benissimo che in quel momento ha sbattuto fuori dalla maggioranza anche Fabio Broglia, la stampella di Alessandro Repetto, che come di consueto si è ben guardato dallessere presente là dove i cittadini lo hanno eletto. Ha espulso Lorenzo Casté di Unione a Sinistra e Giovanni Paladini dellUlivo-quota Margherita. E ha detto addio a Rifondazione Comunista, visto che Marco Nesci non era in aula fin dallinizio della seduta del consiglio, mentre Giacomo Conti, che è anche segretario del partito, ne è uscito proprio prima che si votasse lordine del giorno che ha mandato in pezzi lUnione. Risultato: la maggioranza non cera più. È andata sotto, non aveva i numeri per votare.
In Regione, ieri mattina, il dibattito era tutto concentrato sul futuro dellospedale Santa Corona di Pietra Ligure. Sulla volontà dellassessore Claudio Montaldo di «deaziendalizzare» una delle strutture deccellenza della Liguria. Cioè, di togliere al Santa Corona autonomia gestionale, di far dipendere le scelte di un ospedale modello, dai progetti della Asl savonese. A Palazzo Spinola, che ospita i lavori del consiglio regionale, sono arrivati in cinquanta, tra sindaci con fascia tricolore e rappresentanti dei dipendenti del Santa Corona che hanno anche bloccato il traffico in via XXV Aprile. Tutti per dire «no» al piano Burlando-Montaldo, per opporsi, al di là degli schieramenti, alle idee portate avanti da questa maggioranza. Che non esiste più. E non solo su questioni ideologiche come i Dico e le minacce a monsignor Bagnasco.
Ieri è stato tentato persino un lavoro di mediazione da parte dellopposizione. Dopo che sindaci e dipendenti avevano incontrato a lungo i consiglieri a seduta sospesa, alla ripresa dei lavori il centrosinistra si era affidato ad Antonino Miceli, presidente della commissione Sanità, per presentare un ordine del giorno che salvasse capra e cavoli, lassessore Montaldo e la faccia, la volontà della maggioranza e i voti di mezzo ponente. Solo che per i miracoli non sono ancora attrezzati, e così nel documento non hanno potuto scrivere che il Santa Corona non corre alcun rischio di essere deaziendalizzato. Che poi era lunica cosa che chiedevano gli interessati.
La minoranza, che aveva presentato un suo ordine del giorno in cui invece veniva scritto a chiare lettere il «no» a questa ipotesi, si è detta disposta ad astenersi per far passare la proposta della maggioranza a patto che venisse cancellata la sola frase in cui si parlava della riorganizzazione regionale della Sanità (inclusa quindi la retrocessione di Pietra Ligure). Niente da fare. Il centrosinistra ha preferito andare al muro contro muro. E si è sfasciato. Lordine del giorno del centrodestra è stato bocciato nonostante anche Roberta Gasco (Udeur) lo avesse votato. Lei stessa aveva presentato insieme ai colleghi dellUdc, un altro documento quasi identico che i colleghi di maggioranza le avevano promesso di bocciare. Inevitabile che subito dopo, quando in discussione è andato lordine del giorno di Miceli, centrodestra e Roberta Gasco si siano alzati e abbiano lasciato quel che restava della ex maggioranza ad approvarsi da sola. Sapevano che non ce lavrebbe fatta. Troppi vuoti tra i banchi. Rifondazione, che pure in un primo momento aveva firmato lordine del giorno del centrosinistra, non cera più. Broglia non pervenuto, Palladini irreperibile, Casté introvabile. Addio maggioranza: 18 «sì» al documento, ununanimità inutile, perché servivano almeno 19 persone presenti in aula. E non cerano.
Figuraccia della maggioranza e via alle critiche. Roberta Gasco le respinge subito: «Non abbandono la maggioranza, ho solo fatto una scelta coerente per il bene dellospedale Santa Corona e dei cittadini». Sottolineano orgogliosi Nicola Abbundo e Matteo Marcenaro dellUdc, che proprio laccordo e lunità dintenti tra due partiti di centro come Udeur e Udc ha prodotto un risultato utilissimo nellinteresse dei cittadini e anche nellottica di nuovi equilibri politici. Incalzano Gianni Plinio e Alessio Saso di An: «Se l'assessore Montaldo vuole ottenere dei risparmi invece di tagliare al Santa Corona provi a rinunciare a quel carrozzone capace della massima spesa e di nessuna resa che è l'istituenda Agenzia Sanitaria Regionale». Fa notare Matteo Rosso, Forza Italia, vicepresidente della commissione Sanità, che «la situazione in Regione, su questo tema, sta diventando insopportabile anche perché la giunta ed i due cortigiani (Gustavino e Miceli), vogliono continuare a prendere decisioni in merito alla questione Sanità senza minimamente tenere in considerazione le opinioni non solo dei loro colleghi (sia di maggioranza che opposizione) ma nemmeno (e la cosa è ben più grave) dei sindaci, anche di centro-sinistra e dei cittadini». E loro? I «cortigiani» di Montaldo? Cambiano idea? Macché.
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