Al limite, ci si può fare qualche domanda sul fatto che il presidente della Camera vada in radio e non si accorga che sta declamando l’inno di Forza Italia, pensando che lo scherzo sia nel grande numero di «erre» contenuto nel testo che gli mettono sotto il naso.
Al limite, si può essere scettici sul fatto che il ministro della Giustizia vada in radio nel momento in cui il suo nome è falsamente e vergognosamente associato a un’inesistente crociera con donne, trans e coca al largo di Saint Tropez, e canti in diretta Saint Tropez Twist.
Al limite, può lasciare un po’ sgomenti che un parlamentare ex leader di un partito della Casa delle libertà, eletto in liste che sostenevano Berlusconi, subito dopo aver assicurato il suo voto decisivo o quasi al governo Prodi, vada in radio a declamare Cerco un centro di gravità permanente.
Comunque la si pensi, quello che non si può in alcun modo negare è che - vista dal lato di Fiorello, Marco Baldini e dei loro autori Alberto Di Risio, Francesco Bozzi, Riccardo Cassini, Federico Taddia e del viceautore Robertino Testarmata - la presenza di Fausto Bertinotti, Clemente Mastella e Marco Follini a una trasmissione leggera, prestandosi alle regole della casa, è uno scoop. E l’effetto è tanto più dirompente quanto i politici riescono ad essere autoironici: Follini e Mastella sono andati benissimo; Silvio Berlusconi, che pure è un bersaglio fisso con lo «smemorato di Cologno», pure. Stranamente, non ha funzionato male nemmeno Romano Prodi, il cui livello di autoironia è di solito vicino allo zero. Eppure, è quasi una legge matematica: più si sale di grado, più cala l’autoironia. È valso sia per Bertinotti, sia per Ciampi.
Ma, per l’appunto, visti dall’altra parte del microfono - da quella di Fiore e Baldini - sono indiscutibilmente tutti scoop. E Fiorello ne è consapevolissimo: «Non sento il bisogno della televisione. Con la radio, tutti i giorni ci inventiamo qualcosa che raggiunge il pubblico. E va anche sui giornali, perché abbiamo inventiva, leggiamo tutto, seguiamo l’attualità». Per di più, senza trasformare le trasmissioni in comizi. Anzi, se Baldini non nasconde il suo essere un toscano di sinistra, Fiore è uno dei pochi del mondo dello spettacolo che non si può iscrivere di diritto nel Pantheon fassiniano. E lui teorizzò con intelligenza all’Espresso: «Io non faccio proclami politici, perché lo spettacolo è di tutti e non si possono dividere le platee fra destra e sinistra». Mica poco per uno (un genio, vabbè), che spiega orgoglioso: «L’unico mio titolo di studio è il battesimo». Uno che la fabbrica degli scoop la mette in piedi sempre e comunque, anche in altri campi: perché diventano scoop che finiscono sui giornali e sulle agenzie di stampa anche i personaggi inventati da Fiorello: Franco Battiato e Manlio Sgalambro sono rinati con la cura di Viva Radiodue; Federico Moccia si è trasformato dall’autore più venduto in Italia a «Federico Moccia», uno dei personaggi più conosciuti in Italia, grazie al trattamento fiorelliano.
Per non parlare degli ospiti: è stato chez Fiore e Baldini che Francesco Totti si è prestato a giochi laziali; Nanni Moretti che duetta con la sua caricatura si è visto solo a Viva Radiodue; così come Francesco De Gregori che canta Fin che la barca va con il suo canto degregoriano; Pino Daniele che duetta con Stefano Bollani; Samuele Bersani che dice che l’arrangiamento dello Spaccacuore di Laura Pausini gli fa un po’ schifo; Laura Pausini che racconta i suoi vizi; Laura Chiatti che confessa la sua notte d’amore con Riccardo Scamarcio e Riccardo Scamarcio che tenta di negare la sua notte d’amore con Laura Chiatti. E poi i duetti quotidiani con Mike e la pirateria nei confronti del Festival di Sanremo di cui Fiore anticipava in continuazione contenuti segretissimi.
Venerdì toccherà a un nuovo scoop: Michael Bublè in studio, in una puntata che andrà in onda il giorno stesso alle 21 su Raisat Extra.
Mentre, a pochi canali satellitari di distanza, su Music Box (Sky canale 717), Fiorello spiegherà a Oliviero Toscani che «un tempo la televisione era la verità, il verbo. Oggi affermare “l’ha detto la tv” è dire “ah, allora è una cazzata”». In radio, alla fabbrica degli scoop, non succede.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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