Vivere in roulotte in Francia diventerà reato

Vivono nelle roulotte, in camion, accampamenti, baraccopoli. Sono emarginati, neo-hippy, nomadi, o semplicemente poveri. Sono più di 41.000 le persone che in Francia abitano in un alloggio di fortuna, per scelta o per forza, secondo il rapporto 2010 della «Fondazione Abbè Pierre».
Ma ora un progetto di legge dichiara guerra a questo modo di vita, prevedendo la demolizione di tutti gli alloggi precari. Si tratta dell’articolo 32 ter A della legge denominata «Loppsi 2», che sta per «Legge di Orientamento e di Programmazione per la Sicurezza Interna», dove le misure spaziano dal coprifuoco per i bambini alla videosorveglianza in città, passando per la disciplina sul web.
In base alla legge diventeranno illegali «tutte le installazioni che comportano gravi rischi per la salubrità, la sicurezza o la tranquillità pubblica». Il proprietario del terreno che non rispetta la procedura sarà passibile di una multa di 3.750 euro, e i sindaci ed i prefetti avranno 48 ore per evacuare e demolire l’alloggio precario. Il testo è stato adottato martedì scorso dai deputati e sarà di nuovo esaminato in Senato dal 18 gennaio.
Per molti non è altro che una nuova misura anti-rom di un governo che ha già inviato i bulldozer a sgomberare i campi illegali. Oggi viene denunciato dal quotidiano «Liberation», ma da settimane le associazioni umanitarie, come «Droit au logement» («diritto all’alloggio»), chiedono sul web la sua soppressione. La legge dà ai prefetti «un potere discrezionale e arbitrario», si legge sul sito dell’Harlem, dove si ricorda che la legge riguarda non solo le popolazioni precarie, ma anche gli «abitanti atipici», quelli che per convinzione vivono in alloggi alternativi, come gli chalet di legno. O come Myriam e Gilles, una giovane coppia di Dieffenbach-au-Val, in Alsazia, nel nord-est della Francia, che da tre mesi hanno scelto di vivere in una yurta (la tipica tenda mongola) di 25 metri, senza bagno nè lavandino, piantata sul terreno di uno dei genitori.
Il sindaco del paesino di 600 anime la giudica però non solo insalubre, ma anche insicura e minaccia di portare la coppia in tribunale. Nel loro blog, i due difendono la yurta, un’abitazione ecologica, dicono, oltre che protetta dall’Unesco. Ma sono centinaia in Francia a scegliere un modo alternativo di vivere ed il loro mondo ora è raccontato anche in un libro di fotografie, «Abitanti atipici», firmato Irene e Alexa Brunet.


Un giro di Francia tra igloo bretoni, fattorie «trogloditiche» della Loira e capanne di paglia nel centro di Parigi. «Per alcuni - dicono le autrici a «Liberation» - costruire la loro casa è un atto militante, per altri un mezzo di espressione artistica, una necessità finanziaria, una sfida o una terapia. O tutto questo insieme».

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