«Vivo in attesa di un fegato»

Laura Mazzeri ha 50 anni, un marito, due figli e fa l’insegnante. Dieci anni fa si è ammalata e ha cominciato a convivere con due malattie autoimmuni. Una di queste colpisce l’intestino e ha costretto Laura a subire l’asportazione del colon, la seconda è una patologia rara delle vie biliari per la quale Laura è ora in attesa di un trapianto di fegato. «L’attesa di un trapianto è da un punto di vista psicologico e fisico una situazione estrema - scrive Laura sul suo blog www.cambiofegato.net -. Mi sento sempre nell’incertezza, sempre al confine tra la vita e la morte». È una delle malate milanesi in lista d’attesa, costretta a fare i conti tutti i giorni con tanta stanchezza («anche solo seguire i figli diventa un’impresa titanica») e un mix di antibiotici pensato per casi come il suo. Vive attaccata al telefono, non si sposta da Milano perché da un momento all’altro potrebbero chiamarla dall’ospedale. «Per permettermi di arrivare al trapianto serenamente ho subìto un intervento al fegato, in pratica ho una protesi che mi consente di non restare sdraiata in un letto». Dice di sentirsi curata, sia al San Paolo che al Niguarda, «i medici sono veri professionisti, mi incoraggiano.

Una dottoressa ha usato queste parole “a questo punto devi vivere, non puoi restare nell’attesa”». Facile a dirsi ma lei ce la mette tutta, anche se «lo spettro della paura talvolta la acchiappa».
Laura sta anche girando un cortometraggio sulla vita in attesa di trapianto. Uscirà in primavera.

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