La voce del Vate tra creditori e bizzose amanti

Laura Novelli

C’è un eroismo fatto di umanità appassionata, vigorosa, stravagante. E ci sono luoghi capaci di evocarlo, partendo dalla loro stessa storia, dal loro intimo mistero. La rassegna Esplor/Azioni curata da Gioia Costa (siamo alla settima edizione) li accosta con inconsueta originalità, dando voce al passato per bocca di attori che sanno entrare nel vissuto di grandi personaggi, così come sanno interpretare l’anima degli spazi chi li ospitano. Dopo le serate su Benvenuto Cellini che Ennio Fantastichini ha proposto alla chiesa di Sant’Eligio degli Orefici, e quelle su Giacomo Matteotti che Maurizio Donadoni ci ha presentato nel cortile di Sant’Ivo alla Sapienza, è ora la volta di un lavoro pensato da Roberto Latini intorno agli amori, gli eccessi, le confidenze, i logoranti debiti di Gabriele D’Annunzio. Ardisco, non ordisco si intitola questa interessante performance di parola e musica dove la lingua del Vate, la corposa teatralità di una scrittura capricciosa e ricercata, incontra un luogo per molti versi anomalo, il Museo storico dei bersaglieri (piazzale di Porta Pia), trasformandolo, da domani sera a venerdì 6 ottobre, nel contenitore simbolo di un uomo e di un poeta capace di cavalcare i suoi tempi con totale adesione alla vita. Partendo dalle lettere che D’Annunzio si scambiò con il gioielliere Mario Buccellati (uno dei suoi numerosi creditori), da alcune annotazioni di Margherita Sarfatti, da aneddoti ed episodi raccontati nel suo breviario mondano, Latini ricostruisce alcuni aspetti della turbolenta personalità dello scrittore pescarese, soffermandosi in particolare sul suo rapporto con le donne (tante e diverse), con il lusso, con il denaro, con il bello. «La scrittura di Gabriele D’Annunzio - spiega l’attore/regista - è corpo in movimento. L’apparenza è la sostanza. Ne è strumento principale. Di D’Annunzio si riesce quasi a sentire la voce. Quasi a leggere quello che non scrive. Sono testi che hanno voglia di essere parlati, spesso sussurrati, scritti come per muovere la bocca, per permettere alle labbra di incontrarsi e toccarsi».

Nulla di meglio dunque per un interprete che fino ad oggi ha lavorato con costante impegno sulla sperimentazione vocale, realizzando spettacoli (citiamo almeno Per Ecuba e Buio Re) per molti versi simili a macchine sonore suadenti e irriverenti.
La rassegna proseguirà poi con un omaggio a Santa Caterina in programma alla Confraternita di San Giovani dei Genovesi dall’11 ottobre. Per informazioni: 348/6447337-339/8019336.

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